Oggi oltre alla strada del tribunale cittadini ed imprese hanno diverse alternative , che si esplicano attraverso la mediazione e l’arbitrato. Le controversie non risolvibili tramite arbitrato sono quelle previste dall’art. 806 c.p.c. che esclude:
- questioni di stato e di separazioni personale tra coniugi;
- questioni che non possono formare oggetto di transazione;
- controversie individuali di lavoro di cui all’art. 409 c.p.c. salvo che l’arbitrato non venga espressamente previsto in contratti e accordi collettivi di lavoro;
- controversie in materia di previdenza e assistenza obbligatorie.
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Il rapporto ISDAC la Giustizia alternativa al tribunale in Italia – giunto alla decima edizione e promosso da Unioncamere e dalle Camere di Commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi, Torino, Genova e Cosenza – rivela come la giustizia alternativa sia arrivata a quota 275 mila le liti gestite nel 2016 per un valore di circa 26 miliardi di euro tra mediazione (184 mila, valore medio di ognuna 140 mila euro), Corecom-telecomunicazioni (90 mila per 31 milioni di euro in tutto l’anno) e arbitrato (708, valore medio 184 mila euro).
In crescita la mediazione volontaria scelta da cittadini e imprese in luogo della causa in tribunale (+9% rispetto al +8% del 2015), che rappresenta l’8,8% del numero complessivo delle domande di mediazione (8,3% del 2015), e quella disposta dal giudice (+11%, contro il precedente +6%)m che rappresenta il 79,6% del numero complessivo delle domande di mediazione. Le mediazioni riguardano soprattutto:
- contratti bancari (20,5%);
- diritti reali (14,4%);
- condominio (12,2%);
- locazione (11,6%);
- risarcimento del danno da responsabilità medica (6,7%);
- contratti assicurativi (6,2%);
- divisioni dei beni (5,1%);
- successioni ereditarie (4,5%).
Mentre l’arbitrato amministrato riguarda soprattutto:
- la materia societaria (26%);
- materia immobiliare (21%);
- appalti (20%).
Gli arbitrati internazionali vengono gestiti esclusivamente dalle Camere di Commercio, quella di Milano in testa (134 nel 2016, + 2% in un anno, il 19% di tutte le procedure rilevate a livello nazionale e un valore medio di 3,6 milioni di euro). In generale gli organismi di mediazione sono concentrati a Roma, Napoli, Milano, Salerno, Torino e Caserta.
Massimo Maria Molla, presidente ISDACI, spiega:
“La soluzione delle controversie è spinta dalla mediazione, ma mantiene dei livelli di utilizzo non ancora soddisfacenti. Si tratta di strumenti importanti, a servizio della crescita economica e della qualità dei servizi del nostro Paese. Per questo occorre rafforzarli con azioni adeguate, a partire da iniziative formative e conoscitive diffuse”.
Marco Dettori, presidente della Camera Arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano, aggiunge:
“Il rapporto presentato oggi, fotografa la situazione della giustizia alternativa in Italia e sottolinea l’importanza del ruolo delle Camere di Commercio e di Milano. Un’iniziativa che, insieme all’incontro dedicato alla mediazione di questo pomeriggio nell’ambito della settimana della conciliazione, vuole promuovere la diffusione della conoscenza e l’uso di questi strumenti che permettono a imprese e cittadini di avere accesso a una giustizia più veloce”.
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Tiziana Pompei, vice segretario generale Unioncamere Nazionale, aggiunge:
“ Il sistema camerale rappresenta ancora la rete di riferimento per le ADR, lo dimostra l’andamento positivo del numero degli accordi conclusi e la loro durata media oltre che il valore medio dei procedimenti gestiti. Tuttavia va segnalato che l’incertezza generata dalla riforma delle Camere di commercio e dagli accorpamenti richiesti, ha determinato una flessione fisiologica del numero degli organismi di mediazione e di arbitrato camerali e delle procedure gestite. Un rallentamento su cui ha influito soprattutto una diffusa quanto errata convinzione che le Camere non potessero più gestire ADR”.
Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Remo Danovi, pone invece l’accento sulla crescita della negoziazione assistita:
“Gli avvocati possono essere protagonisti della riforma del sistema. Abbiamo in Italia 250 mila avvocati: se ognuno portasse avanti quattro mediazioni avremmo un milione di cause sottratte ai tribunali. In questo contesto, nella giustizia alternativa merita di essere notata la crescita della negoziazione assistita, realizzata nel 2016. Si tratta dell’accordo tra due parti, raggiunto tramite gli avvocati, che ha effetti paragonabili a quelli della sentenza e che contribuisce a dare vita a quella che io ormai definisco la giurisdizione forense”.
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