Con la sentenza n. 39882/2017, la Corte di Cassazione si è posta in contrasto con quanto sostenuto dal Ministero del Lavoro con la lettera circolare n.9099/2016 in materia di calcolo delle ritenute INPS omesse.
La normativa prevede che in caso contributi previdenziali non pagati superiori in un anno a 10mila euro scatti l’illecito penale che viene punito con la reclusione fino a 3 anni e una sanzione fino a 1.032 euro.
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Poiché i pagamenti mensili dei contributi avvengono entro il giorno 16 del mese seguente a quello di riferimento, secondo il Ministero del Lavoro per stabilire la rilevanza penale del mancato versamento all’INPS dovevano essere prese come riferimento le date di versamento (16 gennaio-16 dicembre) non quelle del periodo di competenza della retribuzione.
Ora però i giudici della Corte di Cassazione hanno indicato come anno solare da prendere a riferimento quello che inizia a gennaio e scade il 16 gennaio dell’anno successivo, dunque il reato deve ritenersi perfezionato nel momento e nel mese in cui l’importo non versato, calcolato a decorrere dalla mensilità di gennaio, superi i 10mila euro.
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Secondo la Cassazione, inoltre, in caso di superamento di tale soglia nello stesso anno non dà luogo ad un ulteriore ma si configurano come:
“Momenti esecutivi di un reato unitario a consumazione prolungata a la cui definitiva cessazione viene a coincidere con la scadenza prevista dalla legge per il versamento dell’ultima mensilità, ovvero, come noto, con il termine del 16 del mese di gennaio dell’anno successivo”.
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