Le imprese legate da un contratto di rete devono tenere presente che possono esistere lacune normative e qualche punto debole: come ad esempio il principio di solidarietà giuridica, che comporta rischi sul fronte delle sofferenze bancarie ed eventuali casi di insolvenza, che possono ripercuotersi su tutti gli aderenti alla rete d’imprese. Una criticità di recente analizzata da Fabrizio G. Poggiani e Luigi Chiarello su Italia Oggi. Il problema riguarda il contratto di rete oggettivo (privo di soggettività giuridica).
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Le reti d’imprese possono infatti costituire un fondo patrimoniale comune regolamentato nel contratto (criteri di valutazione, conferimenti, contributi successivi e via dicendo), tuttavia la normativa non protegge le partecipanti dai rischi legati alla gestione di tale fondo. In parole molto semplici, può succedere che tutte le imprese si accollino gli oneri di un’insolvenza o difficoltà di una singola partecipante. In caso di soggetti terzi che possano far valere diritti sul fondo comune, per esempio, non è chiaro se e in che modo possano rivalersi anche sulle singole imprese partecipanti.
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Pro e contro
Si tratta di un punto a lungo dibattuto dagli addetti ai lavori. Al di là delle eventuali lacune normative, si possono fare a questo proposito una serie di precisazioni. Innanzitutto, è bene ricordare che esistono due tipologie di contratti di rete.
- La rete contratto, che non ha personalità giuridica e dovrà quindi definire nel modo più puntuale possibile vantaggi e obblighi delle imprese aderenti.
- La rete soggetto, che invece ha una personalità giuridica soggettiva e di conseguenza fornisce una “protezione” maggiore alle imprese aderenti.
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Va sottolineato però che la rete soggetto, che di fatto ha obblighi del tutto simili a quelli di un’impresa (in materia di bilancio, tasse e via dicendo), non ha accesso a una serie di agevolazioni previste per le reti contratto. Per esempio, la rete di imprese soggetto non ha diritto al beneficio previsto dall’articolo 42, comma 2- quater del decreto legge 78/2010, ovvero la detassazione sulla quota parte di utili destinati al fondo comune o agli investimenti.
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Risorse
Ci sono una serie di guide e strumenti utili che possono essere utilizzati dalle imprese per destreggiarsi fra le varie regolamentazioni e scegliere la forma più adeguata di contratto di rete da stipulare. Il Registro Imprese, sul sito dedicato ai contratti di rete, mette a disposizione due diverse guide: una dedicata alla rete contratto e l’altra alla rete soggetto. Materiali informativi che contengono anche una serie di utili consigli, ad esempio in materia di governance e gestione del fondo patrimoniale comune. Nella stesura del contratto è possibile definire nel miglior modo possibile diritti e doveri dei partecipanti anche in relazione alla partecipazione al fondo di solidarietà.
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Ricordiamo che, in base ai dati aggiornati a inizio gennaio 2016, i contratti di rete in Italia sono 2.596, a cui aderiscono oltre 13.000 imprese. Le regioni con il maggior numero di aziende che ricorrono a questo strumento sono Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.