La Legge di Stabilità 2016 rende retroattiva l’abolizione del taglio previsto dalla Riforma Fornero sulla pensione anticipata, riconoscendo il trattamento pieno anche ai lavoratori che ritiratisi prima dal lavoro nel periodo 2012-2014. Il Dl 201/2011 imponeva infatti a chi, non aveendo ancora 62 anni e che sceglieva il prepensionamento con un minimo di requisito contributivo (uomini 42 anni e 6 mesi; donne 41 anni e 6 mesi), una decurtazione sulla quota retributiva dell’assegno, proporzionale ad ogni anno di anticipo rispetto ai requisiti pieni per la pensione.
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Applicazione tagli
La manovra economica del 2015 aveva eliminato tale penalizzazione sull’assegno pensionistico, prevedendo il diritto alla pensione anticipata piena, ma non per tutti coloro che avevano chiesto la pensione anticipata in presenza del requisito contributivo. La “sanatoria”, infatti, si applicava soltanto ai trattamenti pensionistici liquidati fra il primo gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, creando indirettamente una penalizzazione per coloro che erano andati in pensione anticipata tra il 2012 e il 2014: questi lavoratori erano prima rimasti vittime dell’irrigidimento dei requisiti pensionistici imposti dalla Riforma Pensioni 2011 e poi beffati dal condono parziale, da cui erano rimasti fuori.
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Pensioni 2016
Per estendere a tutti l’abolizione dei tagli, sanando quindi la discriminazione in atto, è ora intervenuta la Legge di Stabilità 2016. La misura inserita in Manovra aggiunge infatti il comma 113-bis all’articolo 1 della Legge di Stabilità 2015, eliminando la decurtazione per gli anni nel “limbo normativo” e quindi applicandola:
«anche ai trattamenti pensionistici liquidati negli anni 2012, 2013 e 2014 a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge» (dal 2016).
Ricalcolo e rimborsi
Quindi, coloro che sono andati in pensione anticipata fra il 2012 e il 2014, dal 2016 percepiranno un assegno più alto (non più decurtato in base all’età in cui si sono ritirati) ottenendo anche un rimborso di quanto finora trattenuto. La misura riguarda circa 25mila assegni, che dal 2016 avranno una pensione più alta fino al 10%.
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Calcolo decurtazione
In base alla Riforma Fornero, gli assegni in questione venivano tagliati di un 1% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni, e del 2% per ogni anno precedente ai 60 anni. In pratica, sono stati maggiormente penalizzati gli assegni di chi è andato in pensione prima: chi si è ritirato a 61 anni ha subito un taglio dell’1%, chi è andato in pensione a 58 anni ha ottenuto un assegno più basso del 6%. Il taglio era stato applicato solo sola quota retributiva della pensione (non a quella contributiva), quindi:
- per chi aveva 18 anni di contributi nel dicembre ’95: riduzione per tutte le anzianità contributive maturate al 31 dicembre 2011;
- per chi non aveva 18 anni di contributi nel ’95: riduzione sulla quota maturata al 31 dicembre ’95;
- chi ha iniziato a lavorare dal ’96: nessuna decurtazione perché l’intera pensione è calcolata con il contributivo.
Ricordiamo che la penalizzazione prevista dalla Riforma Fornero, in virtù del successivo Milleproroghe (dl 216/2011) non si applicava ai lavoratori precoci ovvero coloro che avevano tutti i contributi derivanti esclusivamente da prestazioni effettive di lavoro (senza periodi di contribuzione figurativa, riscatti).