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Legge Stabilità 2016: riserve UE su taglio IRES e TASI

di Barbara Weisz

Pubblicato 18 Novembre 2015
Aggiornato 20 Novembre 2015 09:21

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Via libera UE a Legge Stabilità ma Italia a rischio non conformità, rinvio valutazione clausole di flessibilità per anticipo taglio IRES 2016, nel mirino esenzioni TASI.

Nubi all’orizzonte per il taglio IRES, non se ne parla fino a primavera: la Commissione Europea approva la Legge di Stabilità 2016, ma segnala il rischio di non conformità con il Patto di Stabilità europeo. Quindi, niente via libera alla “clausola migranti” (0,2% in più di flessibilità sul bilancio che consentirebbe di anticipare al 2016 parte della riduzione IRES che, altrimenti, scatterà nel 2017, portando l’imposta sul reddito d’impresa al 24% dall’attuale 27,5%).

=> Legge di Stabilità 2016: taglio IRES in stand by

In pratica, Bruxelles promuove la Stabilità 2016 ma rinvia (per tutti i paesi) la valutazione delle clausole di flessibilità rispetto agli scostamenti di bilancio, esprimendo un orientamento positivo ed impegnandosi a seguire:

«da vicino la situazione in base ai dati osservati forniti dalle autorità degli Stati membri interessati per stabilire gli importi ammissibili».

La UE non intensificherà le procedure per deficit eccessivo per le deviazioni dal Patto di Stabilità:

«derivanti unicamente e direttamente dai costi netti supplementari correlati dalla crisi dei rifugiati», purché il disavanzo resti sotto la soglia del 3%.

=> Stabilità 2016: numeri, impegni, risorse

Stesso discorso per la clausola investimenti, che vale lo 0,3% di deficit-PIL, con la Commissione che dedicherà:

«particolare attenzione a vedere se la deviazione dal cammino di aggiustamento è effettivamente usata per aumentare gli investimenti, e ai piani per riprendere l’aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine», ovvero il pareggio di bilancio, e valuterà «se i progressi delle riforme sono in linea con le raccomandazioni del Consiglio».

Il motivo per cui l’Italia è fra i paesi a rischio di non conformità è che, secondo gli obiettivi programmatici, nel 2016 avrebbe dovuto migliorare il rapporto deficit-PIL di un punto ma invece lo peggiora dello 0,5%, allontanando il pareggio: la manovra prevede per il prossimo anno un rapporto deficit-PIL al 2,2%, che salirebbe al 2,4% con la clausola migranti.

TASI a rischio

Vengono valutati positivamente i passi avanti fatti sul fronte delle riforme, nel rispetto delle raccomandazioni europee. Con un’eccezione: il taglio TASI sulla prima casa, non considerato

«in linea con l’obiettivo di raggiungere una struttura fiscale più efficiente spostando il peso della tassazione dai fattori produttivi ad altre basi di reddito». Chiesti più sforzi anche sul fronte della spending review, che deve essere «parte integrante del processo di bilancio a tutti i livelli del governo».

Riassumendo: la Legge di Stabilità è approvata ma, per utilizzare le clausole di flessibilità, bisogna aspettare le valutazioni definitive sui bilanci, che arriveranno in primavera. A quel punto, se ci sarà il via libero definitivo, l’Italia potrà ad esempio anticipare al 2016 una parte del taglio IRES per le imprese: le risorse in questione sono pari a circa 3,1 miliardi. L’IRES potrebbe scendere di un punto / un punto e mezzo, quindi intorno al 26%, per poi essere definitivamente portata al 24% nel 2017 (quando, secondo i programmi del Governo, arriverà anche il taglio IRPEF).

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