Nel corso degli anni il Governo ha previsto incentivi appositamente studiati per le imprese del Mezzogiorno, con lo scopo di colmare l’annoso divario Nord-Sud. Ma esistono imprenditori che se ne approfittano, usufruendo degli incentivi fiscali pensati per il Mezzogiorno per attività che, pur avendo la sede legale al Sud, sono attive in tutto il territorio nazionale con cantieri sparsi in tutta Italia. D’ora in poi comportamenti di questo genere, che certo non portano alcun giovamento al Sud, verranno sanzionati sulla base di quando sancito dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza numero 45279/2015: l’impresa rischia una condanna per compensazione indebita d’imposta.
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Il caso in esame ha portato al sequestro a carico del titolare di un’azienda edile che aveva usufruito degli incentivi destinati alle strutture produttive ubicate al Sud ma che, essendo a vocazione geografica diffusa, pur avendo la sede legale a Siracusa, non aveva alcun radicamento territoriale nel Meridione. La società, infatti, non aveva alcuno stabilimento, linea di produzione, reparto, ufficio operativo o amministrativo, né tanto meno dipendenti della società in Sicilia e più in generale al Sud.
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La Corte Suprema ha quindi confermato la decisione Tribunale del riesame di Siracusa, che aveva respinto la richiesta di riesame proposta dall’impresa nei confronti del decreto di sequestro preventivo disposto nei confronti dello stesso per il delitto di cui all’art. 10 quater del d. Igs. n. 74 del 2000, e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
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