Oblio su Internet: come fare ricorso

di Barbara Weisz

8 Dicembre 2016 07:00

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Riferimenti normativi, regole privacy e modulistica per chiedere la rimozione di link e pagine web dai motori di ricerca contenenti propri dati riservati: diritto all'oblio su Internet.

Se un utente chiede ad motore web come Google di essere rimosso dalle pagine che appaiono fra i risultati di ricerca, la norma sul diritto all’oblio Internet impone alla web company di sopprimere il link: diversamente, ci si può rivolgere al Garante Privacy oppure all’autorità giudiziaria. Vediamo cosa prevede la legge, anche alla luce della sentenza della Corte di Giustizia UE (il caso “Google Spain”) e cosa fare per applicarla.

=> UE sancisce diritto all’oblio su Internet

La sentenza n.131/12 concede la rimozione dei riferimenti personali di un privato cittadino, su sua esplicita richiesta, da un sito e dai risultati delle ricerche. La persona può rivolgersi direttamente al motore di ricerca, che esamina la fondatezza della richiesta e provvede a rimuovere i link. Se il motore non da seguito alla domanda, l’interessato può fare ricorso al Garante Privacy o all’autorità giudiziaria.

Domande e ricorsi

Per la richiesta a Google sono a disposizione modello online consultabili nella sezione “Rimozione di informazioni da Google” del Centro Assistenza: Contattaci – Privacy, protezione e sicurezza online, selezionando l’opzione Ricerca. Anche il Garante Privacy pubblica online il modulo per il ricorso (Modello esercizio diritti in materia di protezione dati personali), nella sezione Modulistica.

Diritto di rimozione

Con particolare riferimento a Google, la sentenza stabilisce che l’attività di selezione, organizzazione in archivio e pubblicazione dei risultati (propria dei motori web) costituisce un trattamento dei dati personali, con tutti gli obblighi che comporta. Le leggi europee tutelano il diritto alla riservatezza e i motori di ricerca sono da questo punto di vista vincolati al pieno rispetto di tali norme, in qualità di responsabili del trattamento di dati personali.

Regole ed eccezioni

Ci sono alcune eccezioni, come le notizie di interesse pubblico: se i diritti della persona prevalgono sull’interesse degli altri utenti, però, tutto dipenderà dalla natura dell’informazione, dal suo carattere “sensibile” e dall’interesse del pubblico, che varia a seconda del ruolo del soggetto in questione. In ogni caso, dopo un determinato periodo scatta comunque il diritto all’oblio, perché i dati possono risultare non più pertinenti, eccessivi in rapporto alle finalità per le quali sono stati trattati e troppo lontani nel tempo:

«anche un trattamento inizialmente lecito di dati esatti può divenire, con il tempo, incompatibile con la direttiva».

=> Privacy su dati commerciali: nuovo codice e diritto oblio

Criteri

Nel valutare una domanda, il gestore (come Google) deve verificare:

«se l’interessato abbia diritto a che le informazioni in questione riguardanti la sua persona non vengano più, allo stato attuale, collegate al suo nome da un elenco di risultati che appare a seguito di una ricerca effettuata a partire dal suo nome. Qualora si verifichi un’ipotesi siffatta, i link verso le pagine web contenenti tali informazioni devono essere cancellati da tale elenco di risultati, a meno che  sussistano ragioni particolari, come il ruolo ricoperto da tale persona nella vita pubblica, giustificanti un interesse preminente del pubblico ad avere accesso, nell’ambito di una ricerca siffatta, a dette informazioni».

Nei casi respinti si configura come prevalente l’interesse pubblico ad accedere alle informazioni. Si tratta, in genere, di vicende processuali di sicuro interesse pubblico, anche a livello locale, recenti o per le quali non erano sono stati esperiti tutti i gradi di giudizio. I dati personali riportati, tuttavia, devono risultare trattati nel rispetto del principio di essenzialità dell’informazione.