Secondo la definizione del Governo, la Legge di Stabilità 2016 contiene uno “Statuto dei lavoratori autonomi”: si tratta di un corposo capitolo della manovra che va dalle modifiche al Regime dei Minimi, alla possibilità per i professionisti di dedurre spese per la formazione fino a 10mila euro annui, all’ampliamento della maternità ai congedi parentali per le lavoratrici a partita IVA. Soddisfazione da parte delle rappresentanze di categoria in particolare da CNA Professioni, che parla di «svolta epocale». Vediamo tutte le misure in arrivo per professionisti e Partite IVA con la Legge di Stabilità 2016.
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Nuovo Regime dei Minimi
Viene modificata la riforma iniziata con la manovra dell’anno scorso, con il premier che ammette il “pasticcio” della riforma 2015, annunciando le nuove regole. Il nuovo Regime dei Minimi con aliquota al 15% prenderà definitivamente il posto del vecchio sistema con aliquota al 5% (che termina a fine 2015), ma cambiano tutti i massimali per le varie categorie di partite IVA. Resta il meccanismo di fondo, per cui accedono al Regime dei Minimi coloro che fatturano meno di una determinata soglia, senza più vincoli di tempo. Si può applicare l’aliquota forfettaria fino a quando si mantengono i requisiti di reddito. Per il calcolo dell’imponibile, si applicano ai ricavi coefficienti diversi per ogni categoria. Vediamo come cambiano i tetti di reddito: 15mila euro in più all’anno per i liberi professionisti, 10mila euro in più all’anno per tutte le altre partite IVA. Ecco in tabella i nuovi requisiti di reddito per l’accesso al Regime dei Minimi, e i coefficienti (invariati) per il calcolo dell’imponibile a cui applicare il 15% di imposta.
- professionisti: ricavi a 30mila euro (il precedente tetto era a 15mila euro). Coefficiente 78%;
- artigiani e imprese (non alimentari): ricavi 30mila euro (da 20mila), coefficiente 67%;
- commercianti (ingrosso e dettaglio): ricavi 50mila euro (da 40mila), coefficiente 40%;
- ambulanti di alimentari e bevande: ricavi 40mila euro (da 30mila), coefficiente 40%;
- ambulante di altri prodotti: ricavi 30mila euro (da 20mila), coefficiente 54%;
- alberghi e Ristoranti: ricavi 50mila euro (da 40mila), coefficiente 40%.
Non si escludono condizioni più favorevoli per le nuove partite IVA, con aliquota al 5% per i primi tre anni. Ci sono altre due novità rilevanti sul nuovo Regimee dei Minimi. La prima, è consentito anche ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno anche un’attività in proprio, se l’assegno previdenziale o lo stipendio sono inferiori a 30mila euro l’anno. La seconda riguarda invece le start-up, per le quali c’è un regime agevolato al 5% (dal precedente 10%).
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Altre misure e Statuto lavoratori autonomi
In manovra ci sono altre misure per piccole imprese e partite IVA, alcune delle quali vengono inserite in uno specifico disegno di legge collegato sul lavoro autonomo. C’è un’agevolazione fiscale per le società di persone, con la franchigia di deduzione IRAP che si alza a 13mila euro (da 10500). Per i professionisti, un’agevolazione fiscale sulle spese di formazione, interamente deducibili dal reddito fino a 10mila euro annui (contro il 50% delle spese applicato attualmente).
Una misura importante riguarda le controversie: con l’eccezione dei piccoli imprenditori artigiani e dei commercianti iscritti alla Camera di commercio, alle cause che riguardano lavoratori autonomi si applica il rito del lavoro, modificando l’attuale impostazione dell’articolo 409 del Codice di procedura civile in base al quale il rito speciale si applica solo ai rapporti di lavoro subordinato, ai rapporti di agenzia ed alle altre forme di lavoro parasubordinato.
Attenzione: ci sono anche misure relative alla corretta applicazione delle forme di collaborazione a partite IVA, da armonizzare con le modifiche appena introdotte dalla riforma dei contratti del Jobs Act (Dlgs 81/2015). Bisogna aspettare la precisa formulazione della norma, viene comunque codificata con precisione la differenza fra una falsa partita IVA (quindi, un rapporto che maschera un contratto di lavoro dipendente), e una reale collaborazione. Ci sono anche norme specifiche sul lavoro agile, o smart working, anche qui con definzioni e ambiti di applicazione precisi, differenze con il telelavoro.
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Previste misure per incentivare le amministrazione pubbliche a rivolgersi anche ai professionisti per i contratti di appalto. Gli interessi di mora per i pagamenti in ritardo si applicano anche ai contratti fra imprese e lavoratori autonomi. Significa che un ritardato pagamento a un professionista autonomo comporta, alla fine, un conto più salato per l’azienda.
Per quanto riguarda la previdenza, resta l’aliquota di contribuzione al 27%, quindi nessun aumento nel 2016 per le partite IVA iscritte alla gestione separata INPS. Ampliate poi le possibilità di maternità e congedo parentale per lavoratrici e lavoratori autonomi: dal 2016 congedo parentale per sei mesi, entro i primi tre anni di viat del figlio, con trattamento economico uguale a quello del congedo parentali riservato ai lavoratori dipendenti. L’indennità di maternità viene riconoscita alle autonome indipendentemente dalla effettiva astensione dall’attività.
Fre le reazioni (in genere positive da parte delle associazioni di PMI e autonomi), Giorgio Berloffa, presidente di CNA professioni ritiene che si tratta di una «svolta epocale», con «un segnale d’attenzione che non c’era mai stato prima. Da bancomat a cui chiedere sempre soldi, agli autonomi e ai professionisti viene oggi finalmente riconosciuta dignità di lavoratori, alla stessa stregua dei lavoratori dipendenti». Subito dopo, Berloffa annuncia nuove richieste, ad esempio sulla maternità: con i testi alla mano, CNA professioni presenterà una proposta in vista degli emendamenti in parlamento alla Legge di Stabilità.