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Legge annuale sulle PMI: i commenti delle imprese sulle misure chiave

di Barbara Weisz

15 Gennaio 2025 09:04

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Disegno di legge annuale per le piccole e medie imprese: I commenti di Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio sulle nuove misure per le PMI.

Il Governo ha approvato il Ddl sulle PMI, con misure di stimolo per settori strategici del Made in Italy, nuove centrali consortili per rafforzare le filiere, incentivi per le reti d’impresa, la riforma del Confidi, nuovi meccanismi di staffetta generazionale nelle imprese sopra i 50 dipendenti.

Dalle associazioni imprenditoriali sono arrivate reazioni diversificate. Soddisfazione da parte di Confartigianato e Confcommercio, critiche invece da Confesercenti che ritiene il provvedimento deludente.

Marco Granelli, presidente di Confartigianato, sottolinea la rilevanza di misure come quelle rivolte al «sostegno per la creazione di reti di impresa e la riforma dei Confidi, sollecitate da Confartigianato per consentire alle PMI di affrontare le grandi sfide delle transizioni ecologica e digitale. In particolare, le misure di aggregazione previste dal provvedimento favoriranno una maggiore partecipazione delle PMI ai progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), rafforzando la competitività e la sostenibilità delle piccole imprese nel contesto delle sfide globali».

Particolarmente apprezzata dalle associazioni datoriali una norma volta a contrastare il fenomeno delle false recensioni online nel mercato della ristorazione e del t.urismo

Il direttore generale della Fipe, Roberto Calugi, sottolinea che «il fenomeno delle recensioni ingannevoli ha da troppo tempo messo in difficoltà il settore della ristorazione e, più in generale, i pubblici esercizi, causando danni economici e minando la fiducia dei consumatori» e definisce la proposta contenuta nel ddl PMI «un segnale significativo che accogliamo con favore e che, se implementata correttamente, potrà finalmente garantire maggiore trasparenza e correttezza nel sistema delle recensioni online”.

Infine, a tredici anni dal primo “Startup Act”, il Ddl delega al Governo l’adozione di un decreto legislativo per la redazione di un testo unico in materia di startup, incubatori e Pmi innovative. L’obiettivo è coordinare le norme vigenti, apportando modifiche per migliorarne la coerenza giuridica, logica e funzionale, e abrogare espressamente le disposizioni obsolete o prive di contenuto normativo. Viene anche consolidata la figura del Garante per questo comparto di imprese e ampliati i suoi compiti, con lo scopo di promuovere la cultura, la formazione e la crescita dell’ecosistema italiano dell’innovazione tecnologica per massimizzarne la competitività.

Le critiche di Confesercenti

Sull’impianto generale del ddl come detto è invece particolarmente critica Confesercenti. Alcune misure «sono certamente di valore – si legge in una nota dell’associazione -, come la lotta alle false recensioni, fondamentale per turismo e ristorazione, l’annuncio di provvedimenti utili per i Confidi (rimandati però ad appositi decreti) e l’istituzione di un tavolo di confronto permanente con le associazioni datoriali. Bene anche l’impegno a mantenere la cadenza annuale della Legge».

Il problema è che mancano «misure mirate a risolvere le ormai annose criticità delle micro, piccole e medie imprese italiane, da noi più volte denunciate. A partire dal crollo di aperture di nuove attività, in alcuni comparti ormai ai minimi termini. Non troviamo inoltre traccia di interventi, nemmeno di prospettiva, per fermare la desertificazione commerciale che sta investendo sempre più rapidamente il Paese o per tutelare le imprese dal territorio dalle distorsioni della concorrenza generate dai giganti internazionali. Anzi, il commercio – che pure più di altri ha sofferto la frenata dei consumi e il digital shift – è stato completamente ignorato: anche i provvedimenti a favore della filiera della moda dimenticano le imprese della distribuzione commerciale, che pure giocano un ruolo fondamentale per la sostenibilità del comparto». In generale, il ddl viene definito «un compendio di misure di piccola portata, non un grande intervento strategico per sostenere il radicamento delle PMI del territorio nel tessuto economico nazionale».