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Legge di Bilancio 2025 al rush finale: il calendario della Manovra

di Anna Fabi

20 Dicembre 2024 15:57

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La Camera ha votato la fiducia e in serata il testo della Manovra, approvazione in Senato fra Natale e Capodanno: ultimi passaggi e sintesi delle misure.

L’iter parlamentare della Manovra 2025 procede senza sorprese: la Camera dei Deputati nel primo pomeriggio di venerdì 20 dicembre ha votato la fiducia chiesta dal Governo; in serata le votazioni sul testo del Disegno di Legge di Bilancio con gli emendamenti approvati in Commissione Bilancio.

Il calendario della Manovra in Parlamento

A Palazzo Madama l’inizio della discussione è fissato per lunedì 23 dicembre. Difficilmente i lavori approderanno al voto finale prima di Natale: probabilmente il via libera definitivo arriverà negli ultimi giorni dell’anno. L’Aula del Senato è infatti convocata per il seguito dell’esame, se necessario, per venerdì 27 e sabato 28 dicembre.

In ogni caso, anche in questo ramo del Parlamento l’esecutivo porrà la fiducia blindando il testo, in modo tale che non vengano apportate modifiche che comporterebbero il ritorno del testo alla Camera.

I tempi sono troppo stretti per una seconda lettura a Montecitorio: la Legge di Bilancio deve essere approvata entro fine anno ed entrare in vigore il primo gennaio 2025.

Sintesi delle misure principali

Il capitolo forse più rilevante è quello fiscale: diventano strutturali il taglio del cuneo, trasformato in una defiscalizzazione, e la conferma dell’accorpamento delle prime due aliquote IRPEF, e viene avviata una riforma delle detrazioni che prevede un tetto alle spese detraibili per chi ha redditi superiori a 75mila euro.

Sono tutte misure che fin dall’inizio erano ricomprese nel testo approvato dal Governo, e che sembrano andare nella direzione indicata dalla riforma fiscale: un sistema che tende a un’aliquota unica, con il criterio della progressività demandato al meccanismo delle detrazioni.

Ci sono anche una generale riduzione degli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie, una stretta sulle detrazioni per i familiari a carico, un mini potenziamento della flat tax, cumulabile con redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro, un taglio IRES di quattro punti, dal 24 al 20%, per chi reinveste gli utili facendo assunzioni o acquistando beni strumentali.

Fra le misure per le imprese segnaliamo anche il potenziamento degli incentivi per la Transizione 5.0, e la contestuale riduzione del credito d’imposta 4.0 con l’esclusione dei beni immateriali come i software. Torna la Decontribuzione Sud, esonero contributivo sul lavoro dipendente a tempo indeterminato, con aliquote però meno favorevoli delle precedenti.

Per i lavoratori, si confermano l’aumento della soglia dei fringe benefit esentasse a mille euro, o 2mila per chi ha figli e l’aliquota fiscale agevolata al 5% sui premi di produzione. Sale a due il numero di mesi in congedo parentale indennizzati all’80%. Viene introdotta una nuova agevolazione contributiva per le lavoratrici madri.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, viene lievemente incrementato l’assegno di inclusione. Nel pacchetto famiglia segnaliamo un nuovo bonus nuove nascite di mille euro.

Diverse le novità sulle pensioni. Oltre al ritorno alle tre fasce a scaglioni per la perequazione automatica, con un piccolo aumento aggiuntivo per le minime, proroga di APE sociale, Opzione Donna e Quota 103, l’innalzamento a 67 anni del limite ordinamentale nel pubblico impiego, Bonus Maroni defiscalizzato ed esteso a chi matura la pensione anticipata, novità su pensione contributiva a 64 anni, neo-artigiani e commercianti che intraprendono l’attività.