La Commissione Europea promuove il Piano Strutturale di Bilancio (PSB) italiano strutturato in sette anni: significa che avremo più tempo per ridurre il deficit, per quale siamo anche sotto procedura d’infrazione.
Bruxelles ha esaminato i programmi nazionali di medio termine di 22 paesi, presentati in base alle nuove regole del Patto di Stabilità, e ne ha approvati 20 tra cui anche quello dell’Italia.
Disco verde anche sul Documento Programmatico di Bilancio (DPB) con le linee guida per la Manovra 2025. Per il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti si tratta comunque di un “giudizio atteso, frutto di una politica economica e di scelte improntate sulla serietà”.
La valutazione sul PSB dell’Italia
L’Italia – insieme a Finlandia, Francia, Spagna e Romania – è fra i paesi che hanno scelto un percorso di aggiustamento di sette anni per quanto concerne i propri conti pubblici, invece dei quattro ordinari. Bruxelles ha ritenuto che il documento contenesse misure che giustificano la proroga, prevista dalle regole.
E’ la prima volta che i Paesi membri dell’Unione Europea sono chiamati a presentare un piano di finanza pubblica con gli impegni da rispettare ai fini del Patto di Stabilità. E l’Italia, sotto procedura per deficit eccessivo, ha presentato un programma di rientro che vede il deficit tornare sotto il 3% nel 2026.
La procedura per deficit eccessivo
L’Italia, lo ricordiamo, ha margini di manovra relativamente stretti sul deficit perché è sotto procedura d’infrazione su questo valore in rapporto al PIL, di conseguenza deve costantemente ridurre il disavanzo.
Le mosse fin qui predisposte dall’Esecutivo Meloni sono state ritenute adeguate per conseguire gli obiettivi di medio termini contenuti nel PSB.
Approvato anche il DPB per la Manovra 2025
Via libera pieno anche sulla Manovra 2025: secondo l’esecutivo comunitario le misure programmate dal Govrno Meloni sono considerate coerenti con il piano a medio termine. L’esame di Bruxelles sui conti pubblici avviene tutti gli anni in occasione della presentazione della Legge di Bilancio dei diversi Paesi, valutate in base alla coerenza con i vincoli comunitari. E non sono infrequenti critiche o bocciature da parte della commissione: nel 2018 il primo Governo Conte dovette rivedere le stime di deficit della Finanziaria 2019; qualche anno prima furono espresse perplessità su due manovre del Governo Renzi, che però non si risolsero in una bocciatura.
Uno sguardo agli altri Paesi
Sono sette i paesi su cui la commissione non ha presentato rilievi. Insieme a noi, anche Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia.
Non è invece in linea con gli obiettivi di medio termine la spesa netta prevista dai piani di Estonia, Germania, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Paesi Bassi e Lituania. Ci sono poi scostamenti differenti da parte dei diversi paesi, con raccomandazioni più stringenti per Lituania e Olanda.