I giudici costituzionali hanno deliberato sulle questioni di legittimità della legge sull’autonomia differenziata che, approvata nel giugno scorso, permette alle Regioni di chiedere ampi poteri su una lunga serie di settori.
La Consulta si è spressa sui ricorsi di quattro enti: Puglia, Toscana, Sardegna e Campania.
La riforma sull’autonomia differenziata
In base all’attuale legge, le Regioni possono chiedere autonomia su 23 materie, per 14 delle quali sono necessari i LEP. I livelli essenziali delle prestazioni devono garantire che siano uniformemente garantiti i servizi essenziali sul territorio. Fra le funzioni che le regioni possono chiedere ci sono anche istruzione, sanità, ricerca, lavoro, trasporti, cultura.
Le nove materie non LEP, su cui si può già chiedere l’autonomia, sono rapporti internazionali e con l’Unione europea, commercio con l’estero, professioni, protezione civile, previdenza complementare e integrativa, finanza pubblica, casse di risparmio, enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale, giustizia di pace.
Le Regioni che vogliono chiedere l’autonomia presentano richiesta direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministero degli Affari Regionali.
Dopo un iter di consultazione degli altri dicasteri e un negoziato con la Regione viene approvata definitivamente l’intesa sull’autonomia, nella quale sono appunto individuati i livelli essenziali delle prestazioni, unitamente ad eventuali provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse.
I ricorsi all’esame della Consulta
I magistrati di legittimità hanno deliberare su 17 motivi di ricorso, relativi all’interpretazione dell‘articolo 116, terzo comma, della Costituzione con riguardo all’attribuzione alle regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Ci sono anche interventi ad opponendum di Veneto, Piemonte e Lombardia. Regioni che, fra l’altro hanno già mosso i primi passi per chiedere forme di autonomia sulle materie che non richiedono i LEP, livelli essenziali delle prestazioni.
Proprio sui LEP vertono alcuni dei ricorsi delle Regioni, in relazione alla determinazione delle materie, e al procedimento previsto. Ci sono poi rilievi sulla “leale collaborazione”, ovvero il processo di attribuzione delle funzioni tra Stato e Regione, e sui finanziamenti. La legge, secondo Massimo Luciani, avvocato della Puglia, rischia di compromettere la solidarietà tra le regioni.
Il parere della Corte Costituzionale
Nel giro di un mese conosceremo anche il responso della Cassazione sulla legittimità dei referendum, presentati dai partiti di opposizione e dai sindacati e chiedono l’abrogazione della legge.