C’è una decisa stretta sulle agevolazioni edilizie nella Legge di Bilancio 2025: il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus per le riqualificazioni energetiche vengono drasticamente ridotti, per quanto il taglio sia più contenuto per i lavori sulla prima casa.
Sul Superbonus c’è poi una sorta di stretta finale: possono continuare ad applicarlo al 65% solo coloro che hanno già approvato la delibera condominiale e presentato i titoli edilizi al 15 ottobre 2024. Infine, viene corretta una sorta di discontinuità, prevedendo anche per il 2023 la possibilità di ripartire la detrazione in dieci anni.
Questi tagli lineari alle aliquote agevolative vanno poi coordinati con il nuovo meccanismo di acceso alle tax expenditure previsto sempre in Manovra, che introduce un tetto massimo per la loro fruizione fissato a 75mila euro e lo modula in base alla composizione del nucleo familiare.
Ma vediamo nel dettaglio come cambiano le singole detrazioni edilizie nel 2025 e nei due anni successivi.
Ecobonus riqualificazioni 2025-2027
La prima modifica riguarda l’articolo 14 del DL 63/2013, ossia l’Ecobonus per interventi di riqualificazione energetica e miglioramento antisismico, attualmente al 65%.
La detrazione scende al 36% nel 2025 e al 30% negli anni 2026 e 2027. Fanno eccezione i lavori sull’abitazione principale, con un’aliquota agevolativa del 50% nel 2025 e del 36% nel 2026 e 2027.
Non ci sono modifiche ai tetti massimi dell’agevolazione, che dunque variano a seconda della tipologia di intervento (da 60mila a 100mila euro).
Bonus Ristrutturazioni 2025-2028
La prima modifica riguarda l’articolo 16 del DL 63/2013, ossia il Bonus Ristrutturazioni (per interventi di recupero edilizio di edifici esistenti), per il 2024 applicato al 50% fino a un tetto di spesa di 96mila euro.
Questa detrazione è stata per anni prorogata nella misura maggiorata del 50%, mentre strutturalmente sarebbe al 36% fino a 96mila euro di spesa.
Ebbene, la Manovra 2025 non ne prevede più la proroga al 50%, quindi dal primo gennaio l’agevolazione ritorna al 36% con tetto di spesa di 96mila euro. Poi, nel 2026 e 2027 l’aliquota si riduce ulteriormente al 30%, mentre il limite di spesa resta comunque invariato.
Sulla prima casa agevolazione 2025 resta al 50% nel 2025 e al 36% nei due anni successivi.
Dal 2028 resta valida la previsione normativa contenuta nell’articolo 16 bis del TUIR (Testo unico imposte sui redditi): aliquota al 30% e spesa massima a 48mila euro fino al 2033.
Calendario decalage
- 2025: detrazione al 36% (sulla prima casa al 50%) fino a 96mila euro di spesa;
- 2026-2027: detrazione al 30% (sulla prima casa al 36%) fino a 96mila euro di spesa ;
- dal 2028 al 2033: detrazione al 30% fino a 48mila euro;
- dal 2033: detrazione al 36% fino a 48mila euro.
Bonus Mobili e Sismabonus
- Il Bonus Mobili, che è collegato al Bonus Ristrutturazioni, resta al 50% anche nel 2025, con una spesa massima di 5mila euro.
- Il Sismabonus è rimodulato con le stesse aliquote del Bonus Ristrutturazioni: 36% nel 2025 e 30% nel 2026 e 2027.
Superbonus 2025 per lavori già deliberati
Il Superbonus, che doveva esaurirsi a fine 2025, viene ulteriormente ridimensionato. L’articolo 199 del L 34/2020 prevedeva la possibiità di applicarelo al 65% per l’intero 2025, mentre adesso la Manovra 2025 ne riduce ancora la portata.
Nel 2025 potrà essere utilizzato, nella misura del 65%, esclusivamente nei casi in cui alla data del 15 ottobre 2024 risulti approvata la delibera assembleare e presentata la Comunicazione di inizio lavori asseverata (CILAS) o altro titolo abilitativo eventualmente richiesto dalla tipologia di interventi.
Detrazione dedennale per le spese 2023
Sempre in materia di Superbonus viene corretta una sorta di incongruenza in base alla quale è stato possibile spalmare la detrazione su dieci anni per le spese 2022 e lo è diventato in via strutturale dal 2024 in poi, mentre per i lavori 2023 restava l’unica opzione di ripartizione in 4 quote annuali.
La Manovra 2025 concede adesso di poter spalmare in dieci anni anche le spese sostenute nel 2023.
I contribuenti possono correggere la dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi integrativo. Se la modifica comporta una maggior imposta dovuta, si potrà versare entro il termine per il versamento del saldo del periodo d’imposta 2024 senza sanzioni.