La Legge di Bilancio 2025 approvata in Consiglio dei ministri lo scorso 15 ottobre è stata firmata dal presidente della Repubblica e inizia il suo iter parlamentare alla Camera dei Deputati.
Come di consueto, il testo passerà al vaglio di entrambi i rami del Parlamento, incamerando eventuali correttivi, con approvazione entro fine anno per entrare in vigore il primo gennaio 2025.
Vediamo intanto le novità dell’ultima ora e le misure principali.
Manovra 2025 alla Camera: novità e conferme
Le misure più rilevanti di questa Manovra continuano a essere la conferma del taglio del cuneo fiscale, rimodulato e strutturale e l’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF, anch’esso definitivo e non semplicemente prorogato per un anno. La vera rivoluzione è tuttavia la riforma delle detrazioni IRPEF, per le quali viene introdotto un nuovo meccanismo legato alle fasce di reddito e alla composizione del nucleo familiare.
Fra le ultime novità spicca invece un taglio agli stipendi dei dirigenti pubblici, che non potranno superare i 160mila euro (attualmente il tetto è a 240mila euro).
Tetto agli stipendi dei manager pubblici
In base alle ultime anticipazioni sugli stipendi dei manager della PA, la misura inserita nel disegno di legge di Bilancio 2025 riduce il tetto di questi compensi dagli attuali 240mila a 160mila euro. Resterebbero però escluse le partecipate quotate in Borsa o che emettono strumenti finanziari scambiati sul mercato, come Cdp o le Ferrovie dello Stato, le autorità amministrative indipendenti come l’Antitrust o l’Agcom, le agenzie fiscali.
La nuova soglia massima si inserisce in un pacchetto di spending review che vede anche un taglio lineare del 5% sulle spese dei ministeri.
Pensioni: aumenti e uscite anticipate
Sulle pensioni, sale a 67 anni il limite ordinamentale per il collocamento a riposo d’ufficio di chi ha il requisito contributivo per la pensione anticipata. Viene anche ripristinato il trattenimento in servizio, possibile fino a 70 anni e nei limiti del 10% delle nuove assunzioni autorizzate.
Per i dipendenti del privato, potenziato il Bonus Maroni ed esteso anche a chi matura la pensione anticipata ordinaria e sceglie di restare a lavoro.
Per il resto, si confermano le proroghe per gli attuali strumenti di flessibilità in uscita (APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103) alle stesse condizioni.
Si torna poi alla rivalutazione ordinaria degli assegni. Le pensioni minime 2025 subiranno invece un nuovo adeguamento extra, pari a +2,7% come avvenuto quest’anno, con ulteriore scatto (ma più esiguo) nel 2026.
Pacchetto famiglia e lavoro
Un capitolo sul quale il Governo insiste particolarmente è quello relativo alle misure per la famiglia, con la reintroduzione del bonus bebè (Carta nuovi nati) e il potenziamento del congedo parentale, con l’aumento a tre mensilità retribuite all’80%.
Confermate alcune agevolazioni fiscali sul lavoro dipendente, come l’innalzamento della soglia esentasse dei fringe benefit e l’aliquota al 5% sui premi di produzione, prorogata per tre anni fino al 2027. Istituitoaì anche un nuovo benefit esentasse fino a 5mila euro per i neo-assunti a basso reddito che si trasferiscono di 100 km
Il taglio del cuneo fiscale
Il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro lordi annui viene reso strutturale, anche se cambia in realtà il meccanismo. Sopra i 20mila euro di reddito, la decontribuzione diventa infatti una defiscalizzazione. L’impatto in busta paga promette di essere analogo, con un aumento lordo intorno ai 100 euro al mese.
C’è anche un ampliamento della platea, nel senso che c’è un impatto positivo, a scalare, anche sui redditi fra 35mila e 40mila euro.
Riforma IRPEF: scaglioni e detrazioni
Diverse le novità in materia di riforma IRPEF, tra cui spicca la modifica al meccanismo delle detrazioni in dichiarazione dei redditi introduce invece nuovi tetti massimi di agevolazione utilizzabile (si riducono con il progredire del reddito) e un quoziente familiare favorevole per i nuclei più numerosi.
In base alle ultime anticipazioni si parla di due soglie di reddito: 75mila euro e 100mila euro, rapportate al numero dei figli. I tetti massimi di spesa detraibile dovrebbero essere pari, rispettivamente, a 14mila euro e 8mila euro. Resterebbero comunque fuori dal computo le spese sanitarie e quelle dei mutui stipulati entro la fine del 2024.
Diventa poi strutturale l’accorpamento dei primi due scaglioni, con aliquota al 23% fino a 28mila euro di reddito, ma nel corso del passaggio parlamentare – risorse permettendo – poterebbe essere ridotta l’aliquota del secondo scaglione dal 35 al 33%, estendendo questa fascia di reddito fino a 60mila euro.
Legge di Bilancio 2025: l’iter parlamentare
Nelle prossime ore conosceremo nel dettaglio le misure definitive del ddl approvato dal Governo, atteso alla Camera.
Fra i temi che promettono di essere maggiormente dibattuti c’è senz’altro la riforma delle detrazioni. Ma non mancano polemiche anche sulle misure relative ai compensi dei manager PA. E in materia di IRPEF potrebbe esserci una riduzione delle tasse e un ampliamento del secondo scaglione, finanziato con le entrate del concordato preventivo biennale che però al momento non sembra riscuotere un particolare successo.