Il Governo ha approvato in Consiglio dei Ministri un decreto correttivo che introduce modifiche al Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36).
Frutto di una lunga concertazione tra Ministero delle Infrastrutture, operatori privati e soggetti pubblici, il decreto apporta una serie di novità a tutela delle imprese garantendo maggiore spazio alle PMI, semplificando una serie di procedure e adempimenti per la tutela dei lavoratori.
Correttivi al Codice dei contratti pubblici
Articolato in una serie di macro-temi, il decreto prevede in estrema sintesi le seguenti novità.
- Equo compenso: 80% del corrispettivo per gli affidamenti diretti, 35% per le gare pubbliche.
- Tutele lavoristiche: CCNL unico per il personale impiegato negli appalti ed equipollenza delle tutele.
- Revisione prezzi: “principio di equilibrio contrattuale” e tempi certi garantiti nelle clausole di revisione.
- Incentivi ai dirigenti RUP: nuovi incentivi ai dirigenti responsabili del procedimento (RUP).
- Consorzi: nuova disciplina per uniformare la regolamentazione dei consorzi.
- PMI: contratti riservati sotto soglia europea e quota del 20% di subappalto dedicata.
- Finanza di progetto: prelazione per il promotore, con procedura di gara in due fasi.
- Garanzie fideiussorie: semplificazione delle procedure per l’accesso al credito delle imprese.
- Esecuzione contratti: più premialità e meno penali, tipizzazione varianti e accordo di collaborazione.
- Collegio Consultivo Tecnico (CCT): per prevenire controversie, con limiti ai costi e lodi contrattuali.
- Progettazione digitale: obbligatoria dal 2025 per appalti dai 2 milioni di euro.
- Qualificazione stazioni appaltanti: incentivi per la qualificazione delle stazioni appaltanti.
Vediamo in dettaglio i punti principali.
Equo compenso garantito
Il decreto chiarisce l’applicabilità della legge sull’equo compenso (Legge n. 49/2023) per i contratti pubblici.
Si introducono criteri specifici per l’affidamento dei servizi di ingegneria, architettura e servizi di natura tecnica e intellettuale di importo superiore a 140.000 euro, stabilendo che i corrispettivi siano calcolati secondo il Decreto Parametri.
La base di gara resta calcolato secondo il Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016) ma per l’aggiudicazione del contratto la stazione appaltante può adottae il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV) sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, pur nel rispetto dei nuovi criteri: viene fissato un prezzo fisso per il 65% dell’importo di gara, mentre il restante 35% può essere oggetto di ribasso, con un tetto massimo del 30% per garantire la qualità tecnica delle prestazioni.
Le offerte anomale saranno automaticamente escluse.
Tutele equipollenti per i lavoratori
Il decreto introduce un allegato che stabilisce i criteri per individuare il contratto collettivo applicabile ai dipendenti impiegati negli appalti pubblici, con la verifica di equivalenza delle tutele contrattuali per garantire condizioni lavorative adeguate.
Il nuovo allegato, ai sensi del quale sono stabiliti i criteri e le modalità per l’individuazione del CCN da applicare, individua dunque anche i criteri in base ai quali accertare l’equipollenza del CCNL indicato nella dichiarazione di equivalenza delle tutele, nei casi in cui si adottino contratti differenti.
Digitalizzazione sopra i 2 mln
Per accelerare la digitalizzazione, si introducono modifiche che agevolano l’alimentazione del fascicolo virtuale dell’operatore economico e chiariscono le regole per la certificazione delle piattaforme telematiche.
Dal 10 gennaio 2025, il BIM (Building Information Modeling) sarà obbligatorio per lavori con importi superiori ai 2 milioni di euro, con una revisione dei requisiti tecnici per la digitalizzazione dei documenti di progettazione ed esecuzione. Il Governo ha dunque ridotto la soglia rispetto a quella precedente (1 milione di euro) per gli interventi su costruzioni esistenti.
Stessa soglia per importi superiori alla soglia di cui all’art. 14, comma 1, lettera a), del Codice in caso di interventi su edifici di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Revisione dei prezzi in linea con quelli di mercato
Si definiscono nuovi criteri per la revisione dei prezzi degli appalti pubblici, introducendo indici sintetici per parametrare gli incrementi contrattuali in maniera più coerente con le dinamiche di mercato.
Con il correttivo si prevede che gli indici di costo siano individuati sulla base delle tipologie omogenee di lavorazioni. Il progettista può quindi individuare l’indice sintetico da utilizzare per la revisione dei prezzi, composto da una media ponderata degli indici individuati con provvedimento ministeriale, sentito l’ISTAT.
Il valore di riferimento per il calcolo dell’indice è quello dell’indice revisionale del mese del provvedimento di aggiudicazione. In caso di sospensione o proroga dei termini di aggiudicazione, è quello del mese di scadenza del termine massimo per l’aggiudicazione.
Stazioni appaltanti più effcienti
Dal 1° gennaio 2025, le stazioni appaltanti dovranno monitorare la propria efficienza decisionale misurando il tempo medio tra la presentazione delle offerte e la stipula dei contratti.
Vengono previsti incentivi per le stazioni non qualificate che si avvalgono di stazioni qualificate, e si promuove la formazione professionale anche da parte di soggetti privati.
Presso l’ANAC sarà istituito un Tavolo di coordinamento dei soggetti aggregatori per monitorare la domanda e l’offerta nei servizi di committenza pubblica.
Disciplina dei consorzi
Si modifica la disciplina relativa ai consorzi stabili, permettendo loro di avvalersi dei requisiti delle consorziate, anche se non esecutrici, per partecipare a gare d’appalto. Tuttavia, tali requisiti dovranno essere concretamente comprovati attraverso avvalimento.
Si introduce anche il divieto di partecipare a più di un consorzio stabile.
Più spazio alle MPMI negli appalti pubblici
Per favorire l’accesso delle micro, piccole e medie imprese (MPMI) agli appalti pubblici, le stazioni appaltanti dovranno effettuare verifiche di mercato per suddividere gli appalti in lotti accessibili.
Per contratti sotto soglia europea, le MPMI potranno avere diritto di partecipazione esclusiva. Inoltre, almeno il 20% dei i contratti di subappalto dovrà essere affidato a MPMI, salvo deroghe motivate dalle caratteristiche dell’appalto, alle caratteristiche delle prestazioni o al mercato di riferimento.
Esecuzione contratti di appalto
Le modifiche apportate riguardano anche le penali e i premi per operatori economici che rispettano o accelerano i tempi di esecuzione dei lavori.
Tale modifica al Codice degli Appalti è volta ad incoraggiare la puntualità nell’esecuzione delle opere pubbliche.
Partenariato pubblico-privato
Si introducono novità nella disciplina del partenariato pubblico-privato (PPP), con una riformulazione delle regole per la finanza di progetto.
Viene distinta la finanza di progetto a iniziativa privata da quella a iniziativa pubblica, con l’obbligo di trasparenza per le manifestazioni di interesse e proposte presentate dai privati.
Si introduce inoltre una fase preliminare di evidenza pubblica per identificare i soggetti con diritto di prelazione.