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Riforma IMU: taglio aliquote dal 2025

di Barbara Weisz

23 Settembre 2024 11:30

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Tagliate le varianti per le aliquote IMU comunali, ora ridotte a 128: senza delibera entro fine anno, dal 2025 si applicano le aliquote standard.

Sfoltimento delle aliquote IMU che, ricomprendendo tutte le eccezioni possibili, diventano “solo” 128 dalle attuali 250mila considerando tutte le fattispecie finora previste dai diversi Comuni italiani. Sono contenute nel decreto del ministero dell’Economia datato 6 settembre, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e già in vigore, prevede anche una seconda importante novità.

A partire dal 2025, i Comuni devono approvare nuove delibere. Diversamente, si applicano le aliquote standard: 0,86% sugli immobili diversi dalla prima casa e ad uso produttivo; 0,4% sulle abitazioni principali di lusso.

Aliquote IMU comunali: da 250mila a 128

La novità fondamentale della Riforma IMU è la drastica riduzione delle possibili eccezioni. Ad oggi, infatti, i Comuni possono l’imposizione fiscale adottando i margini di flessibilità concessi dalle legge, per cui la tassa può arrivare all’1,14%.

Il sovrapporsi di norme negli ultimi dieci anni ha però creato una vera e propria giungla di oltre 250mila diverse aliquote applicate nei singoli Comuni per coprire tutte le casistiche. Ora, il decreto ministeriale prevede una nuova griglia che raccoglie tutte le possibili variazioni.

Per i Comuni c’è l’obbligo di uniformarsi alle nuove regole approvando delibere aggiornate, con riferimento all’IMU 2025. Il termine per l’approvazione è il 31 dicembre 2024.

Come cambia l’IMU 2025

Restano i sei raggruppamenti principali per classificare gli immobili:

  1. abitazione principale di lusso,
  2. fabbricati rurali strumentali,
  3. gruppo catastale D (sono gi immobili d’impresa, come i capannoni industriali),
  4. terreni agricoli,
  5. aree fabbricabili,
  6. altri fabbricati.

Per ciascuna, il decreto indica gli elementi in base ai quali i Comuni possono introdurre variazioni (superficie, destinazione d’uso, utilizzo, requisit del proprietario). In questo modo, viene codificata una griglia più rigida della precedente in cui i Comuni possono muoversi per deliberare, eliminando una lunghissima serie di eccezioni possibili.

Ci sono tipologie di immobili senza più differenziazioni: prima casa di lusso, quindi nella categoria catastale A1, A8 oppure A9. Oppure fabbricati rurali ad uso strumentale.

In tutti gli altri casi sono previste varianti, con le più numerose che continuano a riguardare gli immobili d’impresa classificati nel gruppo D.