Tratto dallo speciale:

Flat tax applicabili in Italia e le novità in Manovra 2025

di Barbara Weisz

5 Settembre 2024 09:00

logo PMI+ logo PMI+
Regime forfetario, CPB, cedolare secca, premi di produzione, nuovi residenti e pensionati esteri: le flat tax in Italia e le proposte in Manovra 2025.

Fra le ipotesi in vista della prossima Manovra 2025 c’è una nuova flat tax sugli straordinari, volta a incentivare la produttività del lavoro. Sarebbe l’ennesima forma di tassazione piatta introdotta nel nostro sistema fiscale, sempre più frequentemente caratterizzato da aliquote forfettarie limitate a particolari categorie o forme di reddito.

Nei prossimi anni, quella della tassazione sostitutiva potrebbe diventare una precisa strategia in vista della piena attuazione dell’aliquota unica per la tassazione sui redditi delle persone fisiche. Già oggi, del resto, esistono numerose formulazioni già applicabili, oltre a quelle allo studio.

Vediamo tutto.

Ipotesi nuova flat tax sugli straordinari

Il Governo sta elaborando l’idea di una flat tax sugli straordinari, che renda più appetibili anche per il lavoratore le ore in più, garantendo che non comportino il passaggio a uno scaglione fiscale meno favorevole.

La proposta in cantiere prevede una flat tax al 15%, analoga a quella già sperimentata ad esempio nel turismo o per i medici. Dunque in tutti i settori produttivi, non è chiaro se con o senza tetti massimi, si prevederebbe un’aliquota unica da applicare agli straordinari.

Le flat tax oggi in vigore

La più nota è rappresentata oggi dal Regime Forfettario, che fornisce alle partita IVA con fatturato fino a 85mila euro la possibilità di scegliere un’aliquota al 15% che esclude le detrazioni. Ma ci sono anche la tassazione piatta sui premi di produzione per i lavoratori dipendenti e la cedolare secca sugli affitti.

Una novità recente è invece rappresentata dalla flat tax sull’incremento di reddito proposto dal Fisco rispetto a quello dell’anno prima per chi aderisce al Concordato Preventivo Biennale. E poi c’è anche la cosiddetta flat tax destinata ai Paperoni che si trasferiscono in Italia (da poco rivisto), o il regime fiscale di favore per i pensionati esteri.

Vediamo una panoramica di tutte queste diverse forme di tassazione piatta.

Flat tax per contribuenti forfettari

La forma più diffusa di flat tax è oggi quella prevista dal regime forfettario per le Partite IVA. Possono applicarla se hanno un fatturato fino a 85mila euro (ci sono anche nuove proposte di incremento a 100mila euro, ma al momento di difficile realizzazione pur arrivando da forze di maggioranza).

Il meccanismo prevede coefficienti differenziati per categoria professionale per determinare l’imponibile, ci sono proposte della Lega di innalzare il tetto dei ricavi a 100mila euro. L’aliquota della tassa piatta è pari al 5% per i primi 5 anni di attività e poi si stabilizza sul 15%.

Tassazione separata sui premi di produzione

Un meccanismo simile alla nuova proposta sugli straordinari è già applicato al lavoro dipendente sui premi di produzione, con un’aliquota del 5%. In realtà, la tassazione sostitutiva sui premi di produzione piena sarebbe del 10%, ma la Legge di Bilancio 2024 ha prorogato la riduzione al 5%.

Non ci sono al momento anticipazioni sull’intenzione o meno di prorogare l’aliquota ridotta anche per il 2025, anche se le misure per l’occupazione sono al centro dei lavori preparatori della manovra in base all’esito del vertice di maggioranza di fine agosto.

Tassa piatta sul maggior reddito CPB

Un nuovo strumento di tassazione piatta è stato introdotto con la Riforma Fiscale, con il preciso scopo di incentivare i contribuenti ad aderire al concordato preventivo biennale. Il CPB consente di concordare con il Fisco un imponibile che resta fisso per due anni fiscali, anche se poi nella realtà il fatturato invece aumenta. Il meccanismo funziona anche nel senso inverso (anche se ci sono dei meccanismi di protezione), con il rischio di pagare tasse più alte se invece il fatturato diminuisce.

Il Governo ha approvato nel luglio scorso un decreto correttivo che introduce una flat tax sull’incremento di reddito concordato. L’aliquota cambia in base all’affidabilità fiscale andando dal 10 al 15%.

Cedolare secca sugli affitti

E’ una forma di flat tax anche la cedolare secca sugli affitti. I contribuenti ammessi possono scegliere, in luogo della tassazione ordinaria, un’imposta fissa del 21%.

Da quest’anno, la cedola secca sugli affitti brevi è salita al 26%, con la possibilità di applicare l’aliquota ridotta del 21% su una sola unità immobiliare.

Flat tax per nuovi residenti: Paperoni e pensionati esteri

Un’altra flat tax al centro di un recente provvedimento di modifica è quella per i cosiddetti Paperoni, ossia per gli stranieri ad alto reddito che si trasferiscono in Italia. Ad essere forfettaria non è l’aliquota ma l’imposta stessa: questi cittadini possono pagare una tassa piatta di 100mila o 200mila euro sui redditi prodotti all’estero, invece che la tassazione ordinaria.

Lo strumento è stato introdotto nel 2017 con un’imposta piatta pari a 100mila euro, raddoppiata con il decreto Omnibus di quest’estate per chi si trasferisce dopo il 10 agosto 2024. Resta comunque vantaggiosa per i redditi milionari, incentivati al trasferimento in Italia.

Obiettivo analogo, pur con diversa platea, per la flat tax pensionati esteri: tassazione al 7% per dieci anni se trasferiscono la residenza in un piccolo comune del Sud con meno di 20mila abitanti.

Prospettive future

Tornando alle evoluzioni normative, ricordiamo che la riforma fiscale prevede nel medio periodo il passaggio a un’aliquota unica IRPEF, con il criterio della progressività previsto costituzionalmente delegato al meccanismo delle detrazioni fiscali.

Nel frattempo, la riforma IRPEF ha accorpato i primi due scaglioni per ridurre il carico fiscale sui redditi medio-bassi e non si esclude che la Legge di Bilancio 2025 contenga un’ulteriore passo avanti su questa strada, con la riduzione dell’aliquota del secondo scaglione, quest’anno pari al 35%.