Fra le novità più rilevanti per il contribuente contenute nella riforma della riscossione c’è il discarico automatico delle cartelle esattoriali : se entro cinque anni l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER) non riesce a riscuotere il debito, automaticamente lo riaffida all’ente titolare del credito.
Questo non significa che la somma dovuta vada però in prescrizione: continua infatti a permanere l’obbligo di pagamento; semplicemente, non sarà più l’agente pubblico della riscossione a gestirlo. L’ente creditore potrà pertanto fare due cose: provare a riscuoterlo direttamente oppure affidarlo a una nuova società di recupero crediti.
Vediamo esattamente come funziona la nuova procedura, che riguarda le cartelle affidate all’AdER a partire dal primo gennaio 2025.
Quando scatta il discarico automatico
La norma sul discarico automatico è contenuta nell‘articolo 3 del decreto legislativo attuativo di Riforma Fiscale 110/2024, dedicato alla Riscossione.
Dall’anno prossimo, le cartelle esattoriali non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento all’AdER saranno automaticamente discaricate, anche nel caso in cui non siano scaduti i termini di prescrizione. Quindi, per essere chiari, i debiti resteranno esigibili ma non sarà l’Agenzia delle Entrate – Riscossione ad occuparsene.
Creditori: come riscuotere il debito dopo il discarico
A fronte del discarico, gli enti creditori potranno chiedere all’AdER tutta la documentazione relativa all’attività di riscossione effettuata, se necessaria per l’esercizio del diritto di credito. Di conseguenza, gli atti interruttivi inviati dal Fisco restano validi.
Ottenuti questi elementi, potranno scegliere di gestire direttamente la riscossione oppure di affidarla a un nuovo soggetto accreditato all’attività, in base all’articolo 52, comma 5, lettera b, del dlgs 446/1997.
Altri casi di discarico automatico
La riforma contempla anche alcuni casi in cui l’AdER può restituire al titolare del credito le pendenze prima dei cinque anni (quindi in qualsiasi momento). Eccoli:
- chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale;
- assenza di beni aggredibili del debitore;
- mancanza di nuovi beni rispetto a quelli con riferimento ai quali, nel biennio precedente, le attività di recupero sono state esaurite con esito parzialmente o totalmente infruttuoso
Anche l’ente creditore può chiedere la riconsegna anticipata dei carichi, a meno che non siano già in corso procedure esecutive, dopo il 24esimo mese successivo alla presa in carico, oppure fra il 24 esimo e il 30esimo mese successivo alla presa in carico per le cartelle affidate dopo l’8 agosto 2024, data di entrata in vigore del dlgs di riforma.
Esclusioni e casi particolari
Sono escluse dal discarico automatico:
- le quote per cui al 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento risulta sospesa la riscossione: in questo il discarico scatta dalla fine dle quinto anno successivo a quello di cessazione della sospensione ovvero di conclusione della procedura;
- le procedure esecutive o concorsuali, accordi ai sensi del codice della crisi di impresa e dell’insolvenza (dlgs 14/2019), dilazioni in essere, inadempimento, revoca, decadenza dal beneficio, sospensione della riscossione per almeno 18 mesi anche non continuativi: il discarico opera dalla fine del quinto anno successivo a quello di inadempimento, revoca o decadenza.