Il Governo raddoppia le risorse per le agevolazioni alle imprese nella ZES Unica del Mezzogiorno e contemporaneamente introduce nuovi adempimenti per evitare prenotazioni dell’incentivo in mancanza di investimenti.
Le novità sono inserite nel decreto Omnibus approvato dal Consiglio dei Ministri il 7 agosto, che stanzia ulteriori 1,6 miliardi rispetto agli iniziali 1,67 miliardi.
Come funziona il credito d’imposta ZES Unica
Le nuove risorse vanno ad alimentare il credito d’imposta sull’acquisto di beni strumentali destinati a impianti ubicati nella nuova ZES Unica Sud, che accorpa le precedenti zone assistite (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).
L’agevolazione, teoricamente fino al 60%, riguarda gli investimenti effettuati tra il 1° gennaio e il 15 novembre del 2024. Il problema è che le prenotazioni dell’incentivo sono state finora più numerose del previsto, pari a 9,4 miliardi. Conseguentemente, l’Agenzia delle Entrate ha ridotto la percentuale di credito concedibile ad ogni singola impresa, alle quali spetta al momento appena il 17,6% dell’importo richiesto. E siccome l’agevolazione è al 60%, in pratica il credito d’imposta si riduce attualmente al 10,6%.
Più risorse per aumentare il bonus
Con il nuovo stanziamento la dotazione totale sale a 3,27 miliardi. Ma siamo ancora lontani dai 9 miliardi al momento prenotati. Che però andranno confermati.
Il Ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha infatti spiegato che degli oltre 9 miliardi di agevolazioni richieste «solo 167 milioni si riferiscono a investimenti già realizzati». Evidentemente, le imprese hanno prenotato l’incentivo a fronte di investimenti programmati, ma per averne diritto devono effettivamente fare i relativi acquisti.
Solo con tutti i dati alla mano saranno chiare le cifre precise.
La nuova comunicazione sugli investimenti effettuati
Nel frattempo, il Governo ha introdotto un nuovo meccanismo di domanda, per evitare eccessivi scostamenti fra il credito richiesto e quello alla fine spettante.
Le imprese che hanno già presentato la documentazione devono effettuare una nuova comunicazione, fra il 18 novembre e il 2 dicembre 2024, per attestare l’avvenuta realizzazione dei progetti agevolati entro il termine del 15 novembre 2024. Inoltre, devono indicare l’importo del credito di imposta maturato in relazione agli investimenti effettivamente realizzati e caricare le relative fatture elettroniche.
Questo nuovo adempimento ha l’evidente obiettivo di quantificare in tempi brevi le agevolazioni spettanti. Prevedibilmente, se le aziende hanno presentato la documentazione anche se non hanno ancora effettuato gli acquisti, intendono farlo entro la data ultima del 15 novembre. La comunicazione consentirà di fare subito i calcoli precisi.
Ricorso a fondi UE per la ZES Unica
Il Governo aveva stabilito la dotazione iniziale di 1,67 miliardi facendo i calcoli in base all’utilizzo dell’agevolazione negli anni scorsi: ma è possibile che il passaggio alla ZES unica, avvenuto il 1° gennaio 2024, (anche grazie alle semplificazioni procedurali) abbia stimolato le aziende a investire più massicciamente.
Il decreto Omnibus prevede un meccanismo salvagente, consentendo di attingere ai fondi dei programmi di coesione UE 2021-2027 . In questo modo si potrebbe sopperire ad eventuali carenze di fondi. Il ministro Fitto ha quantificato queste risorse in altri 4,2 miliardi. Per liberare queste ulteriori risorse serve però una decisione del Ministero del Made in Italy e delle Regioni, da deliberarsi entro il 15 gennaio 2025.
Si può dire che al momento è chiara la volontà del Governo di assicurare alle imprese un credito d’imposta pieno, quindi pari al 60% degli investimenti effettuati. Nei prossimi mesi saranno maggiormente certe le cifre necessarie, con i dati definitivi sugli investimenti effettuati.