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Concordato preventivo: ecco come si calcola la tassa sulla maggiorazione

di Barbara Weisz

6 Agosto 2024 12:23

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Il meccanismo di calcolo per chi aderisce al CPB con il regime opzionale di tassazione piatta sulla maggiorazione: intervista a Giuseppe Padula, DLA Piper.

La cosiddetta flat tax sulla maggiorazione del Concordato Preventivo Biennale (CPB) con il Fisco si applica sulla sola differenza tra la proposta dell’Agenzia delle entrate e il reddito del contribuente dell’anno precedente. Sul resto dell’imponibile concordato resta l’aliquota fiscale IRPEF progressiva oppure quella prevista dal regime forfettario, o ancora l’IRES e l’IRAP laddove prevista.

I dettagli delle modifiche apportate dal Governo al CPB sono contenuti nel decreto legislativo 108/2024 contenente i correttivi, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed in vigore dal 6 agosto.

Correttivi al CPB in vigore: cosa cambia

Il nuovo meccanismo di calcolo delle imposte concordate va incontro alle richieste delle categorie di settore, ad esempio quella del CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili), anche se si potrebbero prevedere ulteriori modifiche per ampliare la platea dei potenziali aderenti.

Giuseppe Padula, Tax Advisor del dipartimento tributario di DLA Piper, nell’intervista a PMI.it ci spiega il nuovo meccanismo di calcolo introdotto e propone una serie di spunti critici. Ad esempio, in relazione alle cause di decadenza:

alcune sono troppo stringenti, come quella che prevede, la fuoriuscita in caso di dichiarazione integrativa. Si potrebbe rendere più flessibile questo meccanismo anche su ipotesi di decadenza.

Alla luce delle diverse osservazioni, cerchiamo di capire come funziona il niuovo CPB e a quali contribuenti conviene maggiormente.

Concordato preventivo: prudenza nelle adesioni

Al momento, i dati parlano di una bassa adesione al nuovo Concordato Preventivo rispetto alle attese dell’Esecutivo Meloni, che ha introdotto le nuove modifiche anche per rendere lo strumento fiscale più attrattivo.

Il CPBm segnala Padula, è stato pensato per «stimolare i contribuenti minori, soggetti ISA e forfettari ad una maggiore compliance fiscale». E’ uno strumento che può funzionare «perché mette il contribuente in sicurezza sotto determinati punti di vista, ad esempio escludendo alcune metodologie di accertamento per chi aderisce».

L’attuale incertezza sulle metodologie applicative ha probabilmente suggerito prudenza a molti contribuenti che alla fine potrebbero decidere di aderire.

Come sottolinea anche Padula, ora che il decreto è stato pubblicato in G.U si attendono i chiarimenti ufficiali da parte dell’Agenzia delle Entrate, con i rilevanti orientamenti interpretativi e gli esempi di calcolo.

Come si calcolano le tasse con il CPB

Partiamo dal metodo di calcolo delle imposte da pagare per chi aderisce al CPB, partendo dalla regola di base del concordato in base alla quale il Fisco propone un imponibile che non cambia per due anni (o per un solo anno nel caso dei Forfettari). «Sulla determinazione del reddito imponibile ci sono due decreti ministeriali, che prendono come riferimento i parametri statistici ISA, il reddito del contribuente e adeguamenti che riflettono le proiezioni del settore e l’andamento macroeconomico».

Su questo aspetto, il correttivo non è intervenuto. «Si tratta di un meccanismo di calcolo su base statistica, quindi rende possibile l’ipotesi che il reddito concordato sia molto più elevato di quello dichiarato per il 2023».

Tassa piatta sulla maggiorazione: regole ed esempi di calcolo

Per evitare possibili distorsioni che penalizzino il contribuente che sceglie di aderire al CPC è stata pensata la flat tax incrementale. «Altrimenti, il contribuente rischia di non avere un vantaggio sufficiente per accedere a questo regime». Il regime alternativo funziona nel seguente modo: «ci sono tre aliquote, che vanno dal 10% al 15%, da applicare sulla differenza fra il reddito proposto per il 2024 e quello dichiarato».

Esempio: «se un contribuente ha dichiarato un reddito di 80mila euro e il Fisco propone un imponibile per il biennio pari a 100mila euro, l’aliquota sulla maggiorazione si applica su 20mila euro. Gli altri 80mila euro di reddito sono tassati con l’aliquota ordinaria progressiva per i soggetti ISA, o con l’imposta sul reddito di impresa, oppure con la flat tax per i forfettari».

Sulla scorta dell’esempio sopra riportato, applicando la tassazione ordinaria si ricade nello scaglione IRPEF al  43% e quindi si calcoleranno le imposte sul reddito applicando su un imponibile di 80mila euro le aliquote progressive fino al 43% mentre, sui restanti 20mila euro, si applicherà l’aliquota flat.

L’aliquota dipende dall’affidabilità fiscale

La determinazione dell’aliquota per la tassazione sostitutiva sulla maggiorazione dipende dall’affidabilità fiscale. A un punteggio ISA più alto corrisponde un’aliquota più bassa, con la seguente progressione:

  • 10%: contribuente con ISA pari almeno a 8 (alta affidabilità fiscale);
  • 12%: con ISA fra 6 e 8;
  • 15% con ISA fino a 6.

Le clausole di decadenza

La flat tax sulla maggiorazione «è un meccanismo che incentiva l’adesione, ma spero che non sia l’unico», sottolinea Padula, che nell’individuare gli aspetti critici dello strumento si sofferma anche sulle cause di decadenza.

«Ci sono alcune ipotesi troppo stringenti: ad esempio, si potrebbe rendere più flessibile la clausola che prevede la fuoriuscita dal CPB se il contribuente presenta una dichiarazione integrativa dopo aver accettato il concordato. Inoltre sarebbe auspicabile un chiarimento sulle fattispecie puntuali che determinano la decadenza in caso di presentazione di dichiarazione integrativa».

Anche perché non è infrequente l’ipotesi di errori che provocano la presentazione di una nuova dichiarazione.

I criteri di accesso al CPB

Un altro aspetto su cui lavorare potrebbero essere i criteri di accesso al regime. «La soglia dei 5mila euro di debiti tributari, sopra la quale non si può aderire al CPB, è accettabile per il contribuente forfettario ma per un soggetto ISA è molto bassa». In questo caso, da una parte la ratio è molto chiara («dal punto di vista dell’amministrazione finanziaria, la soglia identifica i soggetti che vanno premiati») ma dall’altra, «se si vuole ampliare la platea, questo è un elemento su cui intervenire».

Ricalcolo acconti e calendario CPB

Bene invece il coordinamento con la determinazione degli acconti fiscali, per cui chi aderisce al concordato deve poi calcolare l’eventuale differenziale da versare.

Il punto è che l’adesione al concordato può avvenire entro fine ottobre (termine slittato per la presentazione del Modello Redditi 2024). Nel frattempo, i contribuenti pagano acconti e saldo IRPEF o IRES e IRAP, che come detto andranno poi eventualmente adeguati all’imponibile concordato.

Ricordiamo brevemente il calendario del concordato preventivo biennale: sono già disponibili i software per comunicare i dati al Fisco e ricevere la proposta di concordato, mentre l’adesione vera e propria avviene in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi (con procedura diversa per Forfetari e soggetti ISA).

I chiarimenti ancora necessari per stimolare le adesioni

Per quanto riguarda l’appeal dello strumento, Padula conclude spiegando che «siamo ancora in una fase preliminare. E anche in vista delle modifiche, poiché il contribuente per decidere vuole attendere il dato definitivo, è possibile che ci sia una prudenza determinata da questa incertezza».

Dopo il correttivo, «lo stop ai controlli e la flat tax incrementale potrebbero invogliare in misura maggiore il contribuente. Ma bisogna garantire maggior certezza sulle cause di decadenza».

E sarebbero anche opportuni chiarimenti «sulle modalità concrete di calcolo del reddito. Ad esempio, anche il software per i Forfettari include un riferimento agli ISA, che pure non sono soggetti agli indici di affidabilità fiscale. Il programma recupera in questo caso gli ISA del settore più attiguo a quello di riferimento del contribuente forfettario. Su questo meccanismo un intervento di chiarificazione potrebbe tradursi in una maggior certezza sulla convenienza all’adesione».

I criteri di determinazione del reddito «sono l’aspetto più importante, toccano direttamente la convenienza. Le note tecniche e metodologiche allegate ai due menzionati decreti sono molto utili, ma non mi sembra che includano esempi concreti di calcolo, che potrebbero aiutare molto. Penso per esempio a una circolare con cui fare degli esempi che diano un’idea immediata sull’impatto dell’applicazione concreta dei parametri statistici».

Dopodichè, si conferma la considerazione di fondo in base alla quale sostanzialmente «il CPB conviene in particolare ai contribuenti che prevedono una sostanziale crescita del volume d’affari, perché in questo modo ottengono un risparmio fiscale lecito».