Tratto dallo speciale:

Export e Riforma Dogane: cosa cambia per le imprese

di Anna Fabi

25 Luglio 2024 12:00

logo PMI+ logo PMI+
La riforma doganale semplifica l'import-export e introduce lo Sportello Unico Doganale facilitando l'accesso ai mercati internazionali per le imprese.

La riforma delle dogane, la cui entrata in vigore è attesa per fine estate, snellisce gli adempimenti burocratici, semplifica le procedure di import-export e migliora l’efficienza dei controlli.

Previste anche radicali novità in materia di fiscale, in particolare per quanto concerne i regimi doganali previsti dal Tuld (DPR 43/73). La riforma modifica infatti i regimi speciali, allineandoli alla normativa europea.

Riducendo la complessità normativa che finora ha caratterizzato il settore, infine, mira a favorire l’accesso sui mercati internazionali delle PMI che guardano all’estero.

La nuova disciplina può quindi rappresentare una svolta per le imprese italiane, fungendo da volano per il Made in Italy. Vediamo per cosa si contraddistingue.

Obiettivi della riforma doganale

Lo schema di decreto della riforma delle dogane è previsto in attuazione delle disposizioni della legge delega 9 agosto 2023, n. 111. Il decreto legislativo è stato approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri il 26 marzo 2024 e si attende ora la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per l’entrata in vigore.

L’obiettivo principale della riforma è la semplificazione normativa, con un focus sulla telematizzazione delle procedure doganali, il miglioramento del coordinamento tra le autorità doganali, e la riforma del sistema sanzionatorio.

Un obiettivo a dir poco necessario, vista la complessità della legislazione attuale e la necessità di armonizzazione delle norme nazionali con quelle europee.

Semplificazione normativa

La prima novità della riforma è  dunque la semplificazione normativa e la codifica in un unico insieme di norme aggiornato.

Prima le imprese dovevano districarsi tra i 352 articoli del Tuld (DPR 43/73) e fin troppi vincoli di legge, molti dei quali risalenti ad oltre un secolo fa (Regio Decreto 65/1896) e in gran parte superati dalla legislazione europea, dopo l’entrata in vigore del codice doganale unionale (Reg. Ue 9 ottobre 2013, n. 952).

Ora, con la riforma dogale si scende a 122 articoli in tutto, peraltro con indicazioni più chiare e univoche: per le misure non previste dalla legislazione europea, si applicano le nuove norme nazionali.

Efficienza e tempistica dei controlli doganali

Un’altra importante novità è l’introduzione dello Sportello Unico Doganale (SU.DO.CO), che sostituisce 68 istanze prima richieste a 18 diverse amministrazioni.

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nell’ambito dello Sportello Unico Doganale e dei Controlli, coordina le varie amministrazioni chiamate al controllo delle merci in entrata e uscita in ambito intra-UE.

Lo scopo primario è quello di agevolare il coordinamento tra ADM, enti pubblici e operatori. Lo snellimento riduce inoltre i ritardi nei controlli doganali, i tempi di consegna e le penali dovute ai ritardi.

Revisione del sistema sanzionatorio

Un altro aspetto determinante della riforma delle Dogane è la revisione delle sanzioni, basata sul principio di proporzionalità rispetto alla gravità delle violazioni – in applicazione dell’art. 20, comma 3, lett. b) n. 2 e lettera c) della legge delega – e depenalizzano alcune infrazioni minori.

Nel dettaglio, le sanzioni amministrative sono comprese tra l’80% e il 150% dei diritti di confine dovuti, con ulteriori attenuanti previste in specifici casi:

  • la riduzione è pari a un terzo quando i maggiori diritti di confine dovuti sono inferiori al 3% di quelli dichiarati;
  • la sanzione è pari a zero se l’ammontare dei diritti di confine complessivamente dichiarati è pari o superiore a quelli complessivamente accertati.

Rilevanza penale delle violazioni

Se l’ammontare dei diritti accertati è superiore a 10.000 euro o se presumono forme di contrabbando aggravato, le Dogane ne darà comunicazione all’autorità giudiziaria, che dovrà stabilire se una violzione ha rilevanza penale e se si configura il dolo. Le violazioni colpose saranno invece inquadrate fra gli illeciti amministrativi.

La confisca la quale viene disposta in tutti i casi di contrabbando, sia quello per omessa dichiarazione (art. 78) si quello per dichiarazione infedele (art. 79).

IVA all’importazione

L’IVA all’importazione viene inquadrata come un diritto di confine tranne che nei casi in cui le merci sono destinate al consumo in altro Stato membro UE oppure se sono collocate presso un deposito IVA.

La riforma introduce la responsabilità solidale dei rappresentanti doganali indiretti, ora chiamati a versare la maggiore IVA contestata.

Nuova riscossione dei tributi

Il decreto rivede le procedure di liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi doganali, introducendo un sistema più efficiente e meno oneroso per le imprese.

Viene anche potenziato il sistema di rappresentanza doganale, migliorando il supporto agli operatori del settore.