Abrogazione abuso d’ufficio: svolta nella politica giudiziaria italiana

di Anna Fabi

5 Luglio 2024 09:34

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Il Governo Meloni la spunta: approvata l'abrogazione dell'abuso d'ufficio e modificato il delitto di traffico di influenze illecite.

La Camera ha approvato con 170 voti favorevoli e 77 contrari l’articolo 1 del disegno di legge sulla Giustizia proposto dal Ministro Carlo Nordio. Ls misura, già licenziata dal Senato, include l’abrogazione dell’abuso d’ufficio e la modifica del delitto di traffico di influenze illecite.

Le votazioni riprenderanno nel pomeriggio di martedì 9 luglio con l’esame dell’articolo 2 riguardante le intercettazioni.

Giustizia: il Governo Meloni riscrive il quadro normativo

L’abrogazione dell’abuso d’ufficio rappresenta una delle misure più distintive della politica del Governo Meloni.

Fortemente voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa scelta è stata considerata la soluzione migliore rispetto a ulteriori modifiche, considerando che l’ultimo intervento sotto il governo Conte bis, nell’estate del 2020, aveva già significativamente ridotto l’area di rilevanza penale.

L’impatto dell’abuso d’ufficio

I dati utilizzati dai sostenitori dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio: nel 2021, sono stati avviati 5.418 procedimenti per abuso d’ufficio, culminati in 9 sentenze di condanna, 35 patteggiamenti, 72 assoluzioni e un numero significativo di archiviazioni e decreti di non doversi procedere per prescrizione. Un grande sforzo per risultati minimi, con un impatto gravoso sugli amministratori locali, spaventati dalla “paura della firma”.

I detrattori della cancellazione del reato sottolineano però altri numeri e contesti. Con l’abrogazione, i 3.623 condannati a titolo definitivo potranno richiedere la rimozione della condanna e le oltre 4.000 denunce annuali indicano comunque una percezione diffusa di soprusi amministrativi che ora rischiano di rimanere senza tutela penale.

La Direttiva UE Anticorruzione

Un punto centrale dell’opposizione è anche il contesto internazionale.

La Commissione Europea, poco più di un anno fa, ha presentato un progetto di direttiva anticorruzione che prevede la conservazione di reati specifici per punire atti illeciti dei funzionari pubblici. Un quadro normativo che sembra non collimare con la nuova rotta italiana.

Il ministro Nordio ha assicurato che l’Italia, anche senza l’abuso d’ufficio, continuerà a disporre di un ampio arsenale di misure contro i reati contro la Pubblica Amministrazione. Chi vivrà vedra.

Nuovo Reato: indebita destinazione di denaro o cose mobili

Per evitare un vuoto normativo, il Governo ha introdotto il nuovo reato di indebita destinazione di denaro o cose mobili, disciplinato dall’articolo 314 bis del Codice penale. Prevede pene da sei mesi a tre anni per pubblici ufficiali che destinano denaro o beni mobili ad usi diversi da quelli previsti dalla legge, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale o un danno.

Traffico di influenze illecite: cosa cambia

Nel contempo, sono state apportate modifiche anche al delitto di traffico di influenze illecite, con l’innalzamento del minimo edittale della pena da un anno a un anno e sei mesi. Le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere utilizzate e non vantate, e l’utilità data o promessa deve essere di natura economica.

In ultima analisi, il Governo motiva le sue scelte con la volontà di snellire i procedimenti giudiziari ma sullo sfondo restano i timori di un indebolimento della tutela penale contro gli abusi amministrativi, con implicazioni rilevanti per la PA e la giustizia in Italia.

La questione resta dunque al centro del dibattito politico e giuridico.