Nuovo giro di vite contro il lavoro nero negli appalti e in edilizia: il committente che non verifica la congruità di manodopera nei cantieri per lavori sopra i 70mila euro viene multato in presenza di irregolarità. La soglia precedente era fissata a 500mila euro. Significa che anche la semplice ristrutturazione di un appartamento può rientrare nel perimetro della nuova legge.
Le regole sono contenute nel Decreto Coesione approvato dal Governo lo scorso 30 aprile, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
DURC di congruità per la manodopera edile
La congruità della manodopera si misura in base a specifici coefficienti, che variano a seconda della tipologia di opere edilizie. E’ attestata da un DURC specifico.
In base alla legislazione precedente al Decreto Coesione, era obbligatorio per appalti pubblici a partire da 150mila euro e per quelli privati solo se di importo superiore a 500mila euro.
Il nuovo provvedimento elimina il livello minimo dell’appalto pubblico, rendendo sempre obbligatoria la verifica e, in sua mancanza, prevedendo la segnalazione all’ANAC (l’Autorità Nazionale Anti Corruzione).
Negli appalti privati, invece, senza il DURC di congruità della manodopera per lavori che superano i 70mila euro, vengono previste multe per il committente da mille a 5mila euro.
Bisogna aspettare il testo definitivo della norma per avere certezze, ma in base alle anticipazioni non sono previste eccezioni per i lavori in edilizia libera. Quindi, lavori di ristrutturazione su un singolo appartamento, se l’importo totale supera i 70mila euro, prevedono questo nuovo adempimento.
Come procedere
Il Direttore dei lavori (se nominato) o il committente devono verificare la congruità della manodopera prima di procedere al saldo finale dei lavori.
Ricordiamo che il DURC di congruità della manodopera nei cantieri privati va chiesto prima del saldo finale, e viene rilasciato nell’arco di dieci giorni. In caso di irregolarità, le casse edili danno 15 giorni di tempo per regolarizzare la posizione.