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Fisco e riscossione: meno controlli alle imprese, discarico cartelle dopo 5 anni

di Anna Fabi

3 Luglio 2024 22:18

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Meno controlli alle imprese e riforma della Riscossione: ogni 5 anni discarico delle cartelle, smaltimento magazzino e maxi-rate per le somme a ruolo.

Approvata in va definitiva, nel Consiglio dei Ministri del 3 luglio 2024, la riforma della riscossione in attuazione di quanto previsto dalla riforma fiscale e la semplificazione dei controlli sulle imprese.

L’obiettivo è quello di rendere il sistema più efficace nella tutela delle garanzie dei contribuenti, agendo su tre pilastri: notifica cartelle, discarico dei ruoli, dilazione di pagamento.

Vediamo i dettagli, illustrati in conferenza stampa a margine del CdM.

Novità e misure chiave della Riforma della Riscossione

Il provvedimento incamera i correttivi proposti dalle commissioni Finanz. Ad esempio, sull’impugnabilità del ruolo e della cartella si terrà conto della eventuale non validità della notifica e che sia il primo atto di comunicazione al debitore.

Per il resto, rimane intatto l’impianto del decreto, la cui misura chiave è il discarico automatico delle cartelle non riscosse entro 5 anni, a partire dal primo gennaio 2025.

Tradotto: se dopo cinque anni di tentativi di riscossione non andati in porto, l’AdER restituirà la cartella all’ente creditore, che potrà tentare di riscuoterli in autonomia o affidarsi ad agenti privati della riscossione, con la cartolarizzazione dei crediti non recuperati – e questa è un’altra novità – nel rispetto dei limiti su misure cautelari (fermi e ipoteche) ed esecutive (pignoramenti).

Discarico cartelle ogni 5 anni: cosa significa

La misura introdotta dal Governo per smaltire il magazzino delle somme a ruolo è il discarico automatico delle cartelle dopo cinque anni dal momento in cui sono state affidate al’agente della riscossione (disposto al 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’affidamento).

Restano esclusi i debiti già oggetto di procedure esecutive, concorsuali o di accordi di ristrutturazione ai sensi del Codice della crisi d’impresa. Inoltre, si introduce una specifica disciplina per le “risorse proprie tradizionali” dell’Unione Europea e per le somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato (non soggette a discarico né a reiscrizione a ruolo).

In tutti gli altri casi, a decorrere dal 2025, scatta in automatico il discarico. Significa che la responsabilità del recupero crediti cessa dopo cinque anni dall’affidamento all’AdER, anche se il debito resta e si può comunque ancora riscuotere.

Cosa succede al debito da riscuotere dal 2025

Non è dunque uno stralcio, perchè l’ente creditore può provvedere autonomamente alla riscossione entro i quando il credito non è prescritto. Oppure, in presenza di nuovi e significativi elementi reddituali o patrimoniali del debitore, può riaffidare le somme all’Agenzia delle Entrate riscossione. Nello specifico:

Sull’azione di recupero dei crediti affidati ad AdER e su quella di discarico automatico è previsto sia il controllo del Ministero dell’economia e delle finanze che quello dell’Ente creditore, che può contestare all’agente della riscossione l’intervenuta decadenza o prescrizione del diritto di credito. L’agente può definire la contestazione in via agevolata, pagando una somma pari ad un ottavo dell’importo del credito affidato oltre interessi (di un terzo in caso di mancata definizione agevolata o in assenza di ricorso alla Corte dei conti). La responsabilità amministrativa e contabile dell’agente della riscossione è limitata ai casi di dolo, nonché ai casi di colpa grave nelle ipotesi di decadenza o prescrizione del diritto di credito.

Magazzino debiti: cosa succede alle cartelle pregresse

Par di capire che non sia esclusa la retroattività della misura: verrà costituita un’apposita Commissione che individui possibili soluzioni legislative per i discarichi dei ruoli affidati ad AdER dal 2000 al 2024. Sul magazzino giacente si procederà infatti ad un’analisi con ipotesi di soluzione da proporre al MEf nel massimo realismo possibile.

Dilazione cartelle in 84 rate dal 2025

L’altro pilastro della riforma è il potenziamento della rateazione delle somme a ruolo.

Attulamente il pagamento delle cartelle esattoriali può essere diluito in un masismo di 72 rate (per piani più lunghi non c’è automatismo e bisogna comprovare la situazione di difficoltà). La riforma, invece, prevede un allungamento della rateazione che entrerà in vigore progressivamente.

Riguarda le cartelle fino a 120mila euro, che dalle attuali 72 rate

  • passano a 84 nel 2025 e 2026,
  • salgono a 96 nel 2027 e 2028,
  • arrivano a 108 nel 2029 e 2030,
  • fino a stabilizzarsi sulle 120 dal 2031.

Per debiti sopra i 120mila euro, resta necessaria la presentazione di un’istanza documentata, con la rateazione che può poi essere concessa fino a un massimo di 120 rate.

Recupero crediti e notifica cartelle

Per una più efficace gestione delle attività di recupero, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) dovrà poi prevedere ogni anno una pianificazione volta ad assicurare tempestive notifiche di cartelle di pagamento e atti interruttivi della prescrizione.

Il problema è che bisogna anche smaltire l’attuale magazzino, che secondo quanto dichiarato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo vale 1200 miliardi di euro.

Cambiano i controlli sulle imprese

In attuazione della legge annuale per la concorrenza, i controlli sulle attività economiche diventano infine più semplici e menooppressivi“. Ad esempio, non sarà possibile procedere contemporaneamente a ispezioni diverse sullo stesso operatore economico.

Le imprese virtuose riceveranno poi un bollino di basso rischio e si introduce una franchigia temporale di 10 mesi per chi supera un controllo con esito positivo.