Il Governo Meloni ha compiuto un passo in avanti verso l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, approvando gli emendamenti all’Art. 1 del Ddl Nordio.
Una scelta che rischia di contrastare con la normativa europea, soprattutto in riferimento al pacchetto di misure varato a maggio 2023 per prevenire e contrastare la corruzione.
L’abuso d’ufficio è considerato reato in 25 Paesi della UE, che ha richiamato l’Italia mettendo in discussione i contenuti dello stesso Ddl.
Secondo il portavoce della Commissione Europea per la Giustizia Christian Wigand, la legge che il Governo italiano cerca di varare rappresenta una depenalizzazione di una forma di importante corruzione, tanto da rischiare di impattare sul contrasto di quest’ultima.
Quel che posso dire è che la lotta alla corruzione è una priorità assoluta per la Commissione. Abbiamo adottato un pacchetto di misure a maggio, per rafforzare la prevenzione e il contrasto alla corruzione.
La direttiva comunitaria punta proprio a prevedere l’abuso di ufficio come reato in tutti i Paesi membri, rispetto alla quale la scelta italiana appare pericolosamente in contrasto.
La risposta del Ministro della Giustizia Carlo Nordio non si è fatta attendere:
L’Europa non ci chiede la reintroduzione dell’abuso di ufficio, ma di combattere la corruzione in tutte le sue manifestazioni e in questo noi abbiamo un arsenale normativo e repressivo all’avanguardia.