È operativa la nuova disciplina del whistleblowing anche nelle piccole e medie imprese, che impiegano da 50 a 249 dipendenti.
Come previsto dal decreto legislativo n.24 del 10 marzo 2023, per tutelare coloro che denunciano irregolarità sul luogo di lavoro anche le PMI sono tenute ad attivare un canale interno per la trasmissione e gestione delle segnalazioni.
Recependo la direttiva europea, il decreto prevede che chi denuncia usi inizialmente i canali interni alla propria organizzazione, pertanto le imprese devono attivare un canale digitale interno per raccogliere le denunce e la documentazione del segnalante, sempre garantendo la piena riservatezza sulla sua identità.
Il ricorso ad ANAC avviene solo in un secondo momento, qualora il whistleblower abbia già segnalato l’illecito tramite canale interno senza avere alcun riscontro, oppure in presenza di rischi elevati di ritorsione.
L’ANAC viene chiamato in causa anche se l’illecito che si intende segnalare potrebbe costituire un pericolo imminente per l’interesse pubblico.
Come sottolineato dal Presidente dell’Autorità Anticorruzione Giuseppe Busia, ANAC ha ricevuto complessivamente oltre 600 segnalazioni, 240 dal settore privato e 360 dal pubblico.
Una leva fondamentale, non solo per far emergere corruzione e malaffare, ma anche per far crescere e migliorare l’efficienza del settore pubblico e di quello privato.
L’Unione europea ha valorizzato il ruolo di tale strumento in tutti i 27 Paesi membri, introducendo importanti tutele recepite dall’Italia con apposito decreto.