La Legge di Bilancio, dopo il via libera del Senato, è passata alla Camera per approvazione definitiva senza ulteriori modifiche. I lavori in Aula riprendono giovedì 28 dicembre, con l’esame del disegno di legge “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”.
E’ una manovra da 24 miliardi, in larga parte destinati al taglio del cuneo fiscale per i dipendenti fino a 35mila euro di reddito.
Il capitolo più controverso è quello delle pensioni tra riforme penalizzati, tagli di assegno e rivalutazione calmierata. Si conferma il pacchetto famiglia per lavoratori con figli e le (poche) misure per le imprese, alle quali di demanda ad altri provvedimenti. Più alcune novità inserite tramite emendamenti.
Vediamo una panoramica delle misure più importanti della Manovra 2024.
Pensioni: un nuovo taglio per i dipendenti pubblici
Il capitolo su cui si registrano i cambiamenti più rilevanti è quello sul taglio pensioni per iscritti a quattro enti di previdenza gestiti dal’INPS: enti locali, sanitari, insegnanti elementari e di asilo, ufficiali giudiziari. Prevede aliquote di rendimento meno favorevoli sulla parte di contributi versati prima del 1996. La penalizzazione si riduce con l’aumento degli anni di contribuzione, fino ad azzerarsi con 15 anni di versamenti al 31 dicembre 1995.
Dopo il passaggio parlamentare, sono state escluse le pensioni di vecchiaia, che quindi continuano ad essere calcolate con le vecchie regole, e quelle anticipate maturate entro il 31 dicembre 2023. Chi invece raggiunge i requisiti per la pensione anticipata a partire dal 1° gennaio 2024 in poi avrà un assegno ridotto, applicando i nuovi coefficienti contenuti nella Legge di Bilancio. L’entità del taglio dipende sempre dagli anni di contributi versati precedentemente al 1° gennaio 1996 e, come detto, si azzera con 15 anni di versamenti a questa data.
E’ previsto un meccanismo più favorevole per il personale sanitario, a cui la penalizzazione viene ridotta di 1/36 per ogni mese di posticipo del pensionamento. Significa che, dopo tre anni dalla maturazione del diritto alla pensione anticipata, il taglio si azzera. Infine, si allunga la finestra di uscita per queste pensioni: resta di tre mesi per l’anno 2024 mentre sale a quattro mesi nel 2025, a cinque mesi nel 2026, a sette mesi nel 2027 ed a nove mesi a partire dall’anno 2028.
Flessibilità in uscita: più stringente nel 2024
Proseguendo con il capitolo pensioni, ci sono le misure sulla flessibilità in uscita: Quota 103, APE Sociale, Opzione Donna.
La Quota 103 è stata prorogata con gli attuali requisiti, ossia 62 anni di età e 41 di contributi, ma con l’introduzione del ricalcolo interamente contributivo dell’assegno per chi la matura nel 2024, una finestra mobile aumentata da tre a sette mesi, un tetto all’assegno pari a quattro volte il minimo dell’assegno fino alla maturazione dell’età per la pensione di vecchiaia.
Per l’APE Sociale nel 2024 ci vogliono cinque mesi in più: 63 anni e 5 mesi. Restano i 30 anni minimi di contributi versati per disoccupati, caregiver e disabili ed i 36 anni minimi per gli addetti a mansioni gravose.
Un anno in più per l’Opzione Donna, che nel 2024 richiede 61 anni (uno in meno per le madri, fino a uno sconto massimo di due anni), mentre restano i 35 anni di contributi e l’appartenenza a una delle categorie di aventi diritto introdotte lo scorso anno.
Rivalutazione pensioni ancora per scaglioni
Infine, c’è una nuova penalizzazione sulla rivalutazione delle pensioni, rispetto al meccanismo ordinario ed anche rispetto a quello per fasce applicato lo scorso anno, concentrato sui redditi ricadenti nell’ultimo scaglione.
Chi ha una pensione superiore a dieci volte il minimo, infatti, dal 2024 avrà la perequazione sull’inflazione al 22% e non più al 32%. Quindi, considerando che quest’anno le pensioni si rivaluteranno del 5,4%, i trattamenti sopra le dieci volte il minimo avranno un aumento dell’1,2%. Le altre aliquote restano analoghe a quelle 2023 tranne dunque l’ultima:
- fino a quattro volte il minimo: indicizzazione 100%;
- fra quattro e cinque volte il minimo: indicizzazione 85%;
- tra cinque e sei volte il minimo: indicizzazione 53%;
- tra sei e otto volte il minimo: indicizzazione 47%;
- fino a dieci volte il minimo: indicizzazione 37%;
- oltre dieci volte il minimo: indicizzazione 22%.
Il taglio del cuneo fiscale in busta paga
Il capitolo più rilevante in termini di risorse impiegate è il taglio del cuneo fiscale. Riguarda i lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro. E’ uno sconto sui versamenti contributivi pari a sette punti percentuali per chi guadagna fino a 25mila euro, e a sei punti fra i 25mila e in 35mila euro di reddito. La parte in meno di contributi versati va direttamente in busta paga, quindi aumenta il lordo in busta.
E’ la riproposizione per il 2024 dello sconto contributivo che già viene applicato dal luglio scorso, con l’unica differenza che nel 2024 viene esclusa la tredicesima.
Pacchetto lavoro: misure per dipendenti e autonomi
Per i lavoratori ci sono: la proroga della detassazione al 5% dei premi di risultato; il potenziamento dei fringe benefit a mille euro annui esentasse per la generalità dei dipendenti rispetto ai consueti 258 euro; la riduzione del bonus 3mila euro a nel 2023 a 2mila euro per genitori con figli.
Per il lavoro autonomo si potenzia il sussidio di disoccupazione ISCRO. L’ammortizzatore sociale diventa strutturale ma con criteri di accesso più severi: il reddito non deve superare i 12mila euro e deve essere inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti, contro l’attuale limite al 70% del reddito del biennio precedente.
Pacchetto famiglia: pioggia di bonus
Nel pacchetto di misure per la famiglia, c’è prima di tutto la proroga della maggiorazione del bonus sociale elettrico, al 31 marzo 2024. Viene poi rifinanziata la carta Dedicata a te, che copre spese di prima necessità di famiglie con ISEE fino a 15mila euro.
E’ stato prorogato per l’intero 2024 il mutuo garantito prima casa per giovani under 36 con ISEE fino a 40mila euro, esteso alle famiglie numerose.
C’è poi un altro mese in più di congedo parentale indennizzato all’80% (mentre nel 2025 ce ne saranno una all’80 e una al 60%). Infine, per le mamme che lavorano:
- bonus asilo nido potenziato per il secondo figlio;
- bonus madri lavoratrici in busta paga al 100% fino a 3mila euro, con almeno tre figli di cui almeno uno ancora minorenne, oppure due figli fino ai dieci anni del più piccolo.
Misure per le imprese
Per le imprese, c’è un nuovo strumento per le assunzioni agevolate secondo il principio del “più assumi meno paghi”. E’ una deduzione del 120% per contratti a tempo indeterminato in aziende che incrementano l’occupazione, che sale al 130% per personale svantaggiato.
E’ stata rifinanziata anche la Nuova Sabatini, che incentiva l’acquisto di macchinari e software nuovi e si estende agli investimenti green.
Fra le altre misure segnaliamo la riforma della garanzia SACE che si apre agli investimenti green di fondi esteri, il rinvio al primo luglio per la sugar e la plastic tax, la nuova tassazione sugli affitti brevi con cedolare secca al 21% per un solo immobile e al 26% dal secondo al quarto.