Tra le modifiche al taglio delle pensioni pubbliche previsto dal nuovo emendamento di Governo alla Manovra 2024. ci sono due chiarimenti da fare: le uniche pensioni anticipate che si salvano solo quelle maturate entro fine 2023 (anche si sceglie di uscire successivamente) e le nuove finestre mobili estese riguardano esclusivamente i dipendenti nelle quattro gestioni previdenziali alle quali si applicano le nuove aliquote di rendimento (per gli altri restano le attuali regole).
Gli emendamenti devono ancora essere approvati ma, essendo presentati dall’esecutivo, passeranno sicuramente. Vediamo dunque con precisione come cambiano le pensioni in seguito alle ultime modifiche previste.
Taglio pensioni PA 2024: chi riguarda
Il taglio alle pensioni pubbliche previsto dalla Manovra funziona nel seguente modo. Riguarda quattro specifiche categorie, ovvero coloro che versano i contributi alle seguenti gestioni:
- CPDEL, enti locali,
- CPS, sanitari,
- CPI, insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate,
- CPUG, ufficiali giudiziari.
E si applica solo nel caso in cui questi dipendenti pubblici abbiano al massimo 15 anni di contributi versati fino al 31 dicembre 1995, valorizzabili quindi nel sistema retributivo. E’ una revisione delle aliquote di rendimento su questi contributi, che di fatto comporta una penalizzazione sulla pensione.
Pensioni escluse dal taglio
La prima versione della Legge di Bilancio applicava la penalizzazione a tutte le pensioni liquidate dal 2024 se riferite alla platea sopra esposta. Il correttivo di Governo inserito in emendamento presentato in Commissione Bilancio al Senato dal Governo esclude invece tutte le pensioni di vecchiaia dal previsto taglio (stimato fino al 25% dell’assegno).
Quindi, chi va in pensione a 67 anni (requisito attuale per il trattamento di vecchiaia), ha l’assegno previdenziale calcolato con le precedenti regole.
Vengono salvate anche le cessazioni dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio previsti dagli ordinamenti di appartenenza, e per collocamento a riposo d’ufficio a causa del raggiungimento dell’anzianità massima di servizio.
Ci sono amministrazioni pubbliche in cui la cessione dal servizio è obbligatoria a 65 anni: in questo caso (e negli altri appena descritti) non si considerano le nuove aliquote ma quelle vecchie, quindi il trattamento previdenziale non si riduce.
Pensioni anticipate: cosa cambia
Sulle pensioni anticipate il discorso è più complesso.
Pensioni anticipate escluse dal taglio
Innanzitutto, l’emendamento esclude dal taglio le pensioni anticipate maturate entro il 31 dicembre 2023. Quindi, i dipendenti pubblici delle gestioni sopra indicate che hanno 42 anni e dieci di mesi di contributi versati entro al fine di quest’anno, oppure 41 anni e dieci mesi nel caso delle donne, non avranno decurtazione della pensione nemmeno se poi si ritirano in un momento successivo.
La versione originaria del testo si riferiva invece alle pensioni liquidate dal 2024. Quindi, prevedeva la riduzione anche per coloro che, pur avendo già il requisito per la pensione anticipata, sceglievano di restare al lavoro.
Pensioni anticipate con penalizzazione
Alle pensioni anticipate degli iscritti alle quattro gestioni coinvolte maturate dal 1° gennaio 2024 in poi si applica la riduzione, ossia le nuove aliquote di rendimento sono allegate alla Manovra 2024. Il meccanismo è tale per cui la penalizzazione massima riguarda chi ha pochi contributi antecedenti al 1° gennaio 1996, mentre si riduce con 15 anni di versamenti a questa stessa data.
L’emendamento del Governo prevede però un calcolo meno penalizzante per il personale sanitario (iscritti alla cassa CPS e alla cassa CPDEL che cessano l’ultimo rapporto di lavoro da infermieri).
In questi casi, la penalizzazione sul trattamento pensionistico è ridotta in misura pari a un 36esimo per ogni mese di posticipo dell’accesso al pensionamento rispetto alla prima decorrenza utile. Significa che per i sanitari che restano in servizio almeno tre anni dopo il raggiungimento del requisito per la pensione anticipata non ci sono penalizzazioni.
Facciamo un esempio: se un infermiere matura la pensione anticipata il 1° luglio 2024 sceglie di restare a lavoro, il suo taglio si riduce di un 36esimo per ogni mesi di lavoro successivo al 1° luglio del 2024.
- se va in pensione a dicembre avrà uno sconto di 6/36esimi sul taglio complessivo;
- se continua a lavorare fino al 1° luglio 2026 non avrà nessun taglio della pensione.
A tal fine, dirigenti medici e sanitari del SSN ed infermieri potranno presentare domanda di autorizzazione al trattenimento in servizio oltre il limite del quarantesimo anno di servizio effettivo, mentre resta il paletto dei 70 anni di età.
=> Manovra 2024: gli emendamenti di Governo e dei relatori
Finestre mobili lunghe: come si calcolano
L’allungamento delle finestre mobili è un correttivo che serve a finanziare la riduzione del taglio (perché compensa le maggiori spese derivanti dall’esclusione delle pensioni di vecchiaia e degli altri trattamenti sopra esposti).
La cosa importante da sottolineare è che non riguarda tutte le pensioni anticipate ma solo quelle dei dipendenti delle quattro gestioni a cui si applica il nuovo calcolo della parte retributiva della pensione: sanitari, enti locali, insegnanti elementari e asilo e ufficiali giudiziari,
Per questi lavoratori si estende a quattro mesi nel 2025, cinque mesi nel 2026, sette mesi nel 2027, nove mesi dal 2028. Per calcolarle, rileva la data di maturazione del requisito. Quindi, chi li raggiunge entro il 2024 (anche se poi va in pensione più tardi) esce sempre dopo tre mesi.
Per la generalità delle pensioni anticipate resta invece l’attuale regola, in base alla quale c’è una finestra di tre mesi fra la maturazione del diritto e l’erogazione della pensione.