La Legge di Bilancio 2024 non sarà approvata dal Parlamento prima della pausa natalizia. I ritardi sulla presentazione degli emendamenti del Governo hanno fatto slittare il calendario dei lavori parlamentari, per cui la manovra arriverà in aula al Senato la prossima settimana, con il voto alla Camera fra Natale e Capodanno.
L’opposizione ha abbandonato i lavori in commissione in segno di protesta contro il ritardo dell’ultimo emendamento annunciato dalla maggioranza, ossia quello sulle infrastrutture, ed in particolare sui costi del Ponte sullo Stretto.
Nel frattempo, oltre a quelli del Governo, ci sarebbero da discutere anche gli emendamenti delle opposizioni, con la maggioranza che si attiene alle sole modifiche proposte dall’Esecutivo.
Gli emendamenti di Governo alla Manovra
A determinare i ritardi è le difficoltà del Governo nel trovare la quadra sugli emendamenti, depositati tra giovedì 7 e lunedì 11 dicembre. Il motivo è da ricondurre alle scarse risorse a disposizione. Ad esempio, per salvare (in parte) le pensioni dei dipendenti pubblici coinvolti dal taglio della quota retributiva del futuro assegno.
Per le pensioni dei dipendenti pubblici, è stato previsto un nuovo meccanismo di finestre mobili, che si allungano dal 2025 per le pensioni anticipate. Oltre alle modifiche sulle pensioni, il Governo ha presentato emendamenti che riguardano le infrastrutture, gli enti locali, nuovi stanziamenti per le forze di sicurezza.
Il nuovo calendario della Legge di Bilancio 2024
I lavori della commissione Bilancio proseguiranno per l’intera settimana. Il testo approvato della legge finanziaria è poi atteso nell’Aula del Senato per lunedì 18 dicembre. C’è quindi una sola settimana prima della pausa natalizia, un tempo insufficiente per approvare in entrambi i rami del Parlamento.
L manovra arriverà prevedibilmente alla Camera dopo Natale e sarà discussa molto brevemente, per approvazione senza modifiche entro fine anno.
Non si possono ipotizzare ulteriori ritardi, perché se la Legge di Bilancio non viene approvata in tempo per l’entrata in vigore il primo gennaio, scatta l’esercizio provvisorio. Questo è uno scenario che difficilmente si verificherà, mentre è certo che la Camera non avrà il tempo per discutere la manovra, limitandosi ad approvare il testo uscito dal Senato.
Si ripete così un copione che da qualche anno a questa parte sembra essere diventato la regola: la Manovra viene discussa da un solo ramo del Parlamento.
E’ successo con tutti i Governi della scorsa legislatura (Governo Conte e Conte bis prima, Governo Draghi poi) e l’esecutivo Meloni non fa eccezione: lo scorso anno i ritardi erano giustificati dal sovrapporsi della sessione di bilancio con l’inizio della legislatura, quest’anno i tempi si sono dilatati nel corso dell’iter parlamentare.
Con un’eccezione rispetto a quanto successe nelle occasioni sopra citate: non è stato il dibattito parlamentare a complicarsi ma la difficoltà del Governo di presentare gli emendamenti. Pur a fronte di un accordo di maggioranza a non presentare proposte di modifica al di fuori di quelle previste dall’esecutivo.