Approvata alla Camera la legge sul salario minimo, che ora passa al Senato con probabile approvazione (essendoci un’intesa di maggioranza). Non si tratta più della proposta di legge inizialmente entrata a Montecitorio ma di un testo emendato in commissione Lavoro, da cui è sparita la previsione di un minimo di 9 euro l’ora ed inserito un rimando alla contrattazione collettiva.
In pratica, si tratta du una delega al Governo ad approvare una legge sul salario minimo e non più una proposta di legge. Quando entrerà in vigore, nei successivi sei mesi sarà poi da approvare un decreto legislativo di attuazione delle disposizioni ivi contenute.
Salario minimo: cosa c’è nel testo di maggioranza
La seduta di Montecitorio del 6 dicembre, che ha approvato la nuova legge sul salario minimo (con 153 voti favorevoli, 118 contrari e 3 astenuti), è stata caratterizzata da ampie proteste delle opposizioni, che lamentano la bocciatura della propria proposta.
Particolarmente dura la posizione dei due segretari delle forze più rappresentate.
Elly Schlein (PD): «Oggi è un giorno triste, oggi che accartocciate con una mano la proposta di salario minimo delle opposizioni e con l’altro date un manrovescio a milioni di lavoratori poveri». Giuseppe Conte (M5S) ha stracciato in aula il testo originario della legge.
La premier Giorgia Meloni ha commenta un’intervista a Rtl 102.5: «mi incuriosisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo ma quando vanno a firmare i contratti collettivi accettano contratti da poco più di cinque euro all’ora come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata».
Le differenze fra le due proposte sul salario minimo
Al di là del dibattito, naturalmente acceso, vediamo esattamente com’è cambiata la legge sul salario minimo.
La differenza fondamentale riguarda la quantificazione del salario minimo: 9 euro all’ora in base alla proposta delle opposizioni, il minimo previsto dai contratti collettivi di categoria in base alla legge delega votata dalla maggioranza.
- Anche la proposta di opposizione prevedeva un riferimento ai contratti collettivi, con un minimo determinato dai contratti ma comunque non sotto i 9 euro all’ora.
- Il nuovo testo non fissa invece una parametro economico ma si limita a disporre che i trattamenti retributivi debbano essere “giusti ed equi”.
Entrambi i testi contengono poi norme sulla lotta al lavoro nero, ai contratti pirata e sul rafforzamento della contrattazione collettiva.