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Sanzioni Antitrust ai fornitori di Energia per pratiche aggressive

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 15 Novembre 2023
Aggiornato 28 Luglio 2024 21:59

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L'Antitrust sanziona sei fornitori di Energia per essere ricorsi a pratiche aggressive imponendo aumenti o tariffe alte sfruttando clausole contrattuali.

Pesanti multe inflitte dall’Antitrust inflitte nei confronti di sei fornitori di energia, per pratiche commerciali aggressive, in seguito alle quali è stato imposto un aumento in bolletta aggirando il divieto di modifiche unilaterali alle condizioni contrattuali previsto dal Decreto Aiuti bis del 2022.

Con questa motivazione l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AgCM) ha irrogato sanzioni per oltre 15 milioni di euro nei confronti di Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia.

Aumenti illeciti alle tariffe di luce e gas

Il divieto di modifiche ai prezzi di luce e gas fino al 30 giugno 2023 (imposto dall’articolo 3 dl 115/2022) serviva a proteggere i consumatori dagli aumenti della materia prima innescati dalla guerra in Ucraina e dall’impennata dell’inflazione.

Le società multate hanno invece inviato lettere ai clienti con proposta di modifiche dei prezzi, con conseguenti significativi incrementi delle bollette.

Fornitori di energia sanzionati: quali sono e perchè

Le sanzioni più elevate sono quelle per Enel ed Eni, rispettivamente pari a 10 milioni e 5 milioni di euro. I due colossi dell’energia, secondo l’Antitrust, hanno modificato unilateralmente i prezzi di fornitura a oltre 4 milioni di consumatori sulla base di clausole contrattuali che consentono alle società di decidere a propria discrezione se e quando modificare le tariffe, una volta scaduti i termini dell’offerta economica scelta.

Enel ed Eni hanno inviato queste lettere «anche diversi anni dopo la scadenza dell’offerta economica», aumentando i prezzi «in assenza di una scadenza nota al consumatore finale».

La sanzione inflitta ad Enel è la massima prevista dal Codice del Consumo e viene applicata per la prima volta.

Eni Plenitude ha commentato il provvedimento «ribadendo la correttezza del proprio operato» e fa sapere che «analizzerà il dispositivo dell’Autorità, riservandosi di impugnare il provvedimento».

Enel Energia a sua volta «ritiene di aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa primaria e di settore, nonché della disciplina contrattuale. La società si è infatti limitata ad effettuare nei confronti dei propri clienti dei meri rinnovi delle condizioni economiche in scadenza, come previsto da contratto, senza invece procedere ad alcuna variazione unilaterale delle stesse durante la loro vigenza. Enel Energia si riserva quindi ogni azione a propria tutela, confidando di poter dimostrare la piena correttezza del proprio operato, come ha già avuto modo di riconoscere il giudice amministrativo che, seppure in sede cautelare, non ha ravvisato da parte di Enel Energia né violazioni della disciplina contrattuale né dell’articolo del decreto Aiuti bis».

Le multe ad Acea e Dolomiti sono pari a 560mila e 50mila euro. Le due società, spiega il Garante, hanno ritenuto che le comunicazioni di modifica unilaterale dei prezzi, inviate prima dell’entrata in vigore del divieto, si sarebbero perfezionate dopo 10 giorni dall’invio delle stesse senza rispettare il preavviso di 90 giorni. Quindi in questo caso la scorrettezza è rappresentata dall’aumento dei prezzi prima della scadenza corretta e, nel caso di Acea, anche con modifiche unilaterali in violazione della norma.

Iberdrola, a cui è stata irrogata la sanzione di 25mila euro, da maggio a ottobre 2022 ha inviato comunicazioni con cui minacciava la risoluzione contrattuale per eccessiva onerosità sopravvenuta in caso di mancata accettazione di un nuovo contratto di fornitura con condizioni economiche peggiorative.

Edison, infine, ha applicato l’incremento dei prezzi prima della scadenza delle tariffe prevista dal contratto. Visto che la società ha ristorato i propri clienti e dato il numero marginale di consumatori coinvolti, è stato irrogato il minimo edittale di 5mila euro.

Spettano i rimborsi ai consumatori?

Le sanzioni inflitte dall’Antitrust alle sei società di fornutra di energia non comportano l’obbligo di restituzione ai clienti delle somme pagate in più a causa dei rincari tariffari, imposti attraverso il ricorso a pratiche commerciali scorrette. La sfera di competenza AGCM si limita ai comportamenti di mercato.

Dunque, non solo non c’è conseguenza diretta tra sanzione e rimborso ma neppure la garanzia di averne pieno diritto. Bisogna infatti valutare caso per caso sottoponendo la questione alle autorità competenti.

Il procedimento da seguire è quello di sporgere formale reclamo nei confronti del proprio gestore nel caso in cui abbia modificato le condizioni contrattuali in modo unilaterale durante il periodo di applicazione del divieto. Dopo 40 giorni è possibile richiedere il supporto di ARERA per tentare una conciliazione extra-giudiziale gratuita e dedlla durata massima di 90 giorni, prorogabili di altri 30. Si può fare in autonomia o per il tramite di un’associazione di consumatori.

Si accede al servizio dal sito web conciliazione.arera.it autenticandosi con SPID o CIE (anche su delega), oppure utilizzando la App Servizio Conciliazione per dispositivi mobili.

Un accordo tra le parti avrà già titolo esecutivo. Dal 30 giugno 2023, tra l’altro, questa procedura preventiva è obbligatoria: solo se non porta al risultato sperato si potrà poi ricorrere al giudice.