Etichette DOP e IGP al restyling, e non solo grafico: le istituzioni europee hanno raggiunto un’intesa in base alla quale si prevede una riforma del sistema di etichettatura volto a scongiurare casi di mancata trasparenza e possibili illeciti basati su assonanze tra nomi di prodotti protetti e non protetti (come il ben noto fenomeno dell’Italian sounding).
Dal 2024, in base all’accordo politico, entrerà in vigore il nuovo testo unico Ue sui prodotti DOP e IGP.
Nuove regole per il sistema DOP e IGP
Fra le novità della nuova regolamentazione UE sulle etichette da apporre ai prodotti di origine e a indicazione geografica protetta, c’è prima di tutto l’obbligo d’inserimento del nome del produttore.
Diventano più stringenti le regole per la tutela dei prodotti inseriti nel registro: non sarà più possibile scegliere nomi che evocano denominazioni già esistenti.
Le richieste di registrazione non saranno prese in considerazione se troppo simili a nomi DOP o IGP.
Non solo: per evitare discrepanze tra Pesi Membri dell’Unione Europea, si prevedono modelli standard per le dichiarazioni di sostenibilità e per l’utilizzo di ingredienti DOP e IGP in alimenti trasformati: scatta in questi casi l’obbligo di informare il relativo consorzio dell’utilizzo del prodotto in questione.
Ancora: maggiore tutela online per i prodotti di filiera e tutela dei nomi a dominio, grazie a un sistema di geoblocking che “scova” e blocca contenuti illeciti correlati alla catena del falso Made in Italy.
Made in Italy tutelato contro l’Italian Sounding
Per questi prodotti, tra l’altro, l’Italia è già leader per numero di registrazioni. Lo ha ricordato il commissario UE all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, secondo cui:
I prodotti a indicazione geografica sono strumenti potenti per i produttori europei, e aumentano il valore aggiunto per gli agricoltori, i trasformatori e i distributori.
Il relatore per l’Europarlamento, Paolo De Castro, ha aggiunto alcuni dettagli importanti sulle nuove norme contro il falso Made in Italy:
Abbiamo risolto la questione dal punto di vista legislativo, scongiurando un Italian sounding nei confini dell’Ue, ma “il regolamento non è retroattivo.