La pace contributiva: prevista dalla Legge di Bilancio (art. 1, commi 126-130 della legge 213/2023) consente in via sperimentale (per il biennio 2024-2025) il riscatto di vuoti contributivi, per la precisione fino a 5 anni da valorizzare ai fini pensionistici.
Lo strumento è stato recepito dall’INPS con la circolare n.69/2024 ed è rivolto ai contributivi puri, ossia ai lavoratori che non hanno contributi versati in data antecedente al 1° gennaio 1996. La circolare n. 5/2024 dell’Agenzia delle Entrate ne illustra invece gli effetti fiscali.
La domanda può essere presentata dall’assicurato o dai suoi superstiti o parenti e affini entro il secondo grado, entro il 31 dicembre 2025.
Si tratta di un’operazione a pagamento, con onere di riscatto a “prezzo pieno”, senza dunque poter accedere al costo ridotto (circa 6mila euro per ogni anno, riscattabile però anche per periodi frazionati) previsto per il riscatto agevolato degli anni di laurea.
Il costo della pace contributiva è proporzionale all’ultimo stipendio e varia in base alla gestione previdenziale di appartenenza. Ad esempio, con una RAL di 30mila euro per lavoro dipendente, un anno di contributi da riscattare può costare circa 10mila euro.
Spieghiamo di seguito requisiti e regole per accedere a questa nuova pace contributiva per riscattare fino a 5 anni di periodi “vuoti”, accedendo prima alla pensione e rendendo l’assegno più sostanzioso.
Pace contributiva 2024-2025: come funziona il riscatto pensione
I lavoratori senza versamenti antecedenti al 1° gennaio 1996, che ricadono nel sistema di calcolo pensione interamente contributivo (i cosiddetti contributivi puri), potranno riscattare i periodi che non sono coperti da retribuzione e da obblighi contributivi.
La pace contributiva consente il riscatto di periodi non coperti da contributi compresi tra 2 periodi lavorati. Il tutto, fino a un massimo di 5 anni anche non continuativi (quindi è permesso anche il riscatto parziale).
Il riscatto copre periodi scoperti compresi tra l’anno del primo e dell’ultimo contributo (di qualunque natura: obbligatorio, volontario, figurativo, da riscatto o ricongiunzione) accreditati presso l’Assicurazione generale obbligatoria (AGO), le sue forme sostitutive e le gestioni speciali degli autonomi (artigiani, commercianti, agricoli), nonché la gestione Separata INPS.
Chi può accedere alla pace contributiva 2024?
La pace contributiva 2024-2025 è destinata ai lavoratori dipendenti (pubblici e privati) e agli autonomi, in tutti i casi privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (contributivi puri) e non già titolari di una pensione. In particolare, possono accedervi gli iscritti a una delle gestioni INPS.
È possibile riscattare periodi non coperti da contribuzione e non soggetti a obbligo contributivo. Restano esclusi, dunque, i periodo caratterizzati da eventuale omesso versamento dei contributi.
La pace contributiva consente, in pratica, di pagare per versarsi in autonomia (o con il contributo del datore di lavoro) fino 5 anni di contributi che saranno equiparati a quelli ordinari già presenti nel proprio montante per raggiungere prima la pensione e per renderla più ricca.
Quanto costa la pace contributiva 2024?
Il costo della pace contributiva 2024-2025 è equiparato a quello del riscatto ordinario (secondo le regole del dlgs 184/1997). Dunque, non ci sono agevolazioni come nel caso del riscatto della laurea. Il costo dell’onere di riscatto varia pertanto in base all’ultima retribuzione annua percepita al momento della richiesta, da moltiplicarsi ad esempio per l’aliquota IVS del 33% se si tratta di dipendenti.
- Il valore dell’aliquota da applicare è quella utilizzata presso la gestione previdenziale per cui si chiede il riscatto al momento della domanda.
- L’imponibile da prendere a riferimento è pari alla retribuzione degli ultimi 12 mesi lavorati prima della di riscatto. Se non c’è alcuna retribuzione di riferimento, si considera il minimale INPS per artigiani e commercianti (18.415 euro per il 2024).
Più alto è l’ultimo stipendio, più alto è il costo del riscatto. Ad esempio: con una RAL di 30mila euro per lavoro dipendente, si dovranno pagare circa 10mila euro per un anno. L’unico vantaggio è che possibile pagare a rate l’onere, fino a 120 tranche da minimo 30 euro l’una, senza interessi.
L’onere di riscatto è deducibile dal reddito imponibile IRPEF. Se è pagato dal datore di lavoro al posto dei premi di produzione, diventa deducibile dal reddito di lavoro autonomo e d’impresa.
Come pagare il riscatto dei vuoti contributivi?
La pace contributiva prevista dalla Manovra 2024 nel capitolo di Riforma Pensioni prevede che i vuoti contributivi possano essere riscattati nella misura massima di cinque anni anche non continuativi. Per quanto riguarda i lavoratori del settore privato, potrà essere anche il datore di lavoro a sostenere l’onere per il riscatto, destinandovi gli eventuali premi di produzione.
- La domanda potrà essere effettuata nel solo biennio 2024-2025, inviata dal lavoratore (o da un suo superstite, parente o affine entro il 2° grado) se si paga in autonomia o dal datore di lavoro privato se si fa carico del versamento.
- I versamenti potranno essere effettuati in un’unica soluzione o suddivisi in massimo 120 rate mensili, con importo non inferiore a 30 euro e senza applicazione di interessi.
Attenzione: La rateazione non è permessa se i periodi riscattati servono per agganciare subito la pensione o per ottenere l’autorizzazione al versamento dei contributi volontari.
A chi conviene la pace contributiva per la pensione?
Il nuovo riscatto dei voti contributivi (che per certi versi ricalca quello già sperimentato nel 2019), seppur a costo pieno, può risultare conveniente a chi non raggiunge i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia, oggi a 67 anni, dal 2026 destinata probabilmente ad acquisire nuovi scatti per il requisito anagrafico, dovuti alle aspettative di vita (a meno che la nuova Commissione istituita dal Governo non cambi radicalmente nei prossimi anni i criteri per l’adeguamento all’inflazione dei trattamenti pensionistici ricadenti nel sistema contributivo).
Un altro fattore di convenienza, per i giovani che sono ancora a inizio carriera e vogliono incrementare la futur pensione in vista di un trattamento esiguo, dovuto alla persistente precarietà ed a retribuzioni mediamente modeste.
Se però nessuno di questi due obiettivi sarebbe centrato con il riscatto della pace contributiva, alllora gl elevati costi che comporta non renderebbero la misura particolarmente conveniente.
Meglio a quel punto optare per il riscatto della laurea o per una pensione integrativa.