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Statuto del Contribuente: meno interpelli fiscali e a pagamento

di Anna Fabi

Pubblicato 24 Ottobre 2023
Aggiornato 25 Ottobre 2023 07:17

Il Governo ha approvato il decreto che riforma lo Statuto del Contribuente introducendo anche l'interpello a pagamento: ecco come funziona adesso.

Era una misura attesa perché inserita nella Legge delega di riforma fiscale, ora diventa concreta con l’attuazione tramite decreto legislativo: l’interpello fiscale diventa a pagamento, accompagnato da un incremento nella produzione di documenti di prassi che aiutino il contribuente a interpretare e applicare meglio le norme fugando i vari dubbi interpretativi. Si prevede anche la possibilità di fornire consulenza giuridica ai contribuenti.

Vediamo esattamente come cambia la disciplina dell’interpello in base al nuovo dlgs approvato dal Consiglio dei Ministri il 23 ottobre.

Interpello fiscale: nuove regole e costi

La nota di Palazzo Chigi a margine del CdM anticipa i contenuti del provvedimento dedicato alla riforma dello Statuto del Contribuente. Nello specifico, viene anche prevista «la revisione dell’istituto dell’interpello, con la previsione del versamento di un contributo». Un”obolo” che servirà a finanziare la formazione professionale continua del personale delle agenzie fiscali.

La previsione di tale contributo è contenuta nell’articolo 4 della legge 11/2023, che subordina l’ammissibilità delle istanze di interpello all’Agenzia delle Entrate al versamento di un contributo variabile, in relazione a fattori quali la tipologia di contribuente e il valore della questione oggetto dell’istanza.

Interpelli: nuovi requisiti da rispettare

Le istanze di interpello, in base ai principi della delega, dovranno riguardare questioni che non trovano soluzione in documenti interpretativi già emanati.

In particolare per le persone fisiche e i contribuenti di minori dimensioni, oltre a essere a pagamento, l’interpello va limitato alle sole ipotesi in cui non è possibile ottenere risposte scritte mediante servizi di interlocuzione rapida, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali e di intelligenza artificiale (ad esempio le chat bot di cui si stanno dotando i siti web di molti enti pubblici).

Più documenti di prassi per fugare dubbi

Il decreto impone anche l’individuazione esatta dei documenti di prassi attraverso i quali l’amministrazione finanziaria potrà fornire supporto gratuito ai contribuenti nell’interpretazione e nell’applicazione delle norme tributarie: circolari interpretative e applicative, consulenza giuridica, interpello e consultazione semplificata.

Per ridurre il più possibile il ricorso all’interpello si punta quindi all’emanazione di provvedimenti interpretativi di carattere generale, anche con l’aiuto di ordini professionali, associazioni di categoria e altri enti esponenziali di interessi collettivi, tenendo conto delle proposte pervenute attraverso pubbliche consultazioni.