Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ridotto di 0,4 punti le previsioni sull’Italia, portando la stima del PIL 2023 allo 0,7%. Si tratta di una proiezione vicina a quella contenuta nella NaDEF, che vede la crescita di quest’anno pari allo 0,8% (anche in questo caso, con revisione al ribasso).
In audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha sottolineato la difficoltà di predisporre politiche di bilancio in un quadro di incertezza aggravata dalla situazione in Medio Oriente.
Detto questo, Giorgetti conferma le anticipazioni sulla Manovra contenute nella NaDEF (a partire da taglio del cuneo fiscale alla riforma IRPEF) e la richiesta al Parlamento di approvare lo scostamento di bilancio per finanziare la Legge di Bilancio.
Confermate le misure chiave in Legge di Bilancio
Il taglio del cuneo fiscale assorbe le risorse dello scostamento di bilancio (pari a 15,7 miliardi di euro). «È’ un intervento che riteniamo doveroso, anche a alla luce dei dati Istat, che mostrano il peggioramento delle condizioni economiche di alcune fasce della popolazione», ha spiegato Giorgetti.
La proroga rappresenta quindi un valido sostegno ai redditi e ai consumi delle famiglie con redditi più bassi, che potrà anche contribuire al contenimento delle aspettative di inflazione.
Sull’intervento di riforma fiscale, il ministro si limita a confermare che sarà una riduzione a tre aliquote IRPEF, con un alleggerimento della pressione fiscale per i redditi bassi.
Sempre in sede di audizione sulla NaDEF, il presidente del CNEL Renato Brunetta ha parlato di accorpamento dei primi due scaglioni, con l’aliquota del 23% applicata ai redditi fino a 28mila euro.
Le previsioni 2023 e 2024
Per quanto riguarda i numeri contenuti nella NaDEF, la crescita è rivista al ribasso nel 2023, 0,8%, e 2024, 1%. La riduzione dell’inflazione dovrebbe comunque favorire la ripresa dei consumi, anche grazie ai segnali positivi che arrivano dal mercato del lavoro (tasso di occupazione in agosto al massimo storico, al 61,5%, e disoccupazione al 7,3%). La situazione patrimoniale della famiglie continua a essere solida, secondo Giorgetti, così come i bilanci delle imprese.
Sulla crescita pesano però diversi fattori: politiche restrittive delle banche centrali, difficoltà di finanziamento, tensioni geopolitiche, prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche. Non sono elementi che riguardano solo l’Italia: a risentirne è la crescita a livello internazionale. L’OCSE stima un rallentamento del PIL mondiale al 2,7%, come ha ricordato Giorgetti.
Stime FMI sul PIL riviste al ribasso
E qui si inserisce la nuova revisione al ribasso del FMI. A livello internazionale, si prevede un PIL 2023 al 3% e al 2,9% nel 2024. Per quanto riguarda l’Italia, invece, la stima scende allo 0,7% sia per il 2023 sia per il 2024, con un taglio rispettivamente dello 0,4% e dello 0,2% sulle precedenti stime.
Il Paese sconta un indebolimento del settore industriale, un calo dell’edilizia e un indebolimento della domanda interna nel secondo trimestre dell’anno.