Dalla lettura della NaDEF emergono nuove anticipazioni sulle misure della prossima Legge di Bilancio.
A sostegno della genitorialità il Governo introdurrà agevolazioni per famiglie numerose e una misura definita “innovativa” per redditi medio bassi. L’intervento di maggiore impatto finanziario sarà la proroga del taglio del cuneo fiscale. La pressione fiscale sulle famiglie sarà alleggerita con l’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF e in parte dalla revisione delle spese fiscali.
Sono interventi da mesi al centro del dibattito ma che ora prendono corpo alla luce dei nuovi numeri della NaDEF, contribuendo a delineare con maggior precisione la Manovra 2024. Con un denominatore comune: il target dei redditi medio bassi e delle famiglie numerose.
Vediamo con precisione che cosa si sa già di queste misure.
Taglio del cuneo fiscale fino al 7%
Sul taglio del cuneo fiscale non ci dovrebbero essere sorprese rispetto a quanto già noto. La NaDEF indica l’intenzione di prorogarlo per il 2024, con le caratteristiche attuali. Dunque, riduzione del 6% della quota contributiva a carico del lavoratore con reddito fino a 35mila euro annui, che sale al 7% per chi guadagna fino a 25mila euro.
La ritenuta INPS finisce direttamente in busta paga, alzando quindi lo stipendio netto senza impatto sulla pensione, grazie ai contributi versati dal Governo. La precisazione nella NaDEF riguarda l’impatto sui conti: questa è la misura che costerà di più, quindi le verranno destinate le maggiori risorse.
E ci sono anche chiarimenti rispetto agli obiettivi di Governo: «si è deciso di prorogarla perché essa soddisfa al contempo l’esigenza di proteggere il reddito disponibile delle famiglie con redditi medi e bassi, di contenere il costo del lavoro delle imprese e l’aumento dei prezzi e di continuare a migliorare la competitività della nostra economia».
La riduzione del cuneo fiscale può anche «conferire ulteriore impulso al mercato del lavoro, al fine di preservare e consolidare i progressi conseguiti negli ultimi anni. Inoltre, il sostegno ai redditi dei lavoratori può contribuire a limitare pressioni sui salari e i conseguenti effetti sui prezzi, mitigando le aspettative inflazionistiche sia degli operatori economici che dei mercati finanziari».
Nuova misura per la genitorialità
Sulle misure a favore della genitorialità c’è qualche nuovo dettaglio. Le precedenti ipotesi indicavano un possibile intervento sull’Assegno Unico o di nuovi bonus, mentre la NaDEF chiarisce che l’attenzione del Governo si rivolge ai nuclei con almeno due figli e con reddito medio basso. La misura allo studio è definitiva “innovativa”, quindi dovrebbe trattarsi di un nuovo strumento rispetto alle vecchie ipotesi:
il Governo intende promuovere ulteriormente la genitorialità e sostenere le famiglie con più di due figli. È pertanto allo studio una misura innovativa a favore delle famiglie con redditi medi e bassi, che sarà anch’essa finanziata dalla legge di bilancio.
Riforma scaglioni IRPEF: da quattro a tre aliquote
Per quanto concerne la riforma fiscale, l’intervento da inserire in Manovra sarà prevedibilmente l’accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF.
«La legge di bilancio finanzierà l’attuazione della prima fase della riforma, con il passaggio dell’imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote», si legge nella NaDEF.
Il ministro Giorgetti ha chiarito che la misura riguarda il primo scaglione del 23%. Il Governo in più occasioni ha esplicitato l’intenzione di intervenire sui primi scaglioni. Resta quindi da capire in che modo sarà calibrato l’intervento: accorpamento dei primi due scaglioni oppure eliminazione del secondo con una ricalibratura delle soglie di reddito.
Sarebbe due interventi di natura diversa l’una dall’altra: nel primo caso il vantaggio sarebbe per chi oggi è nel secondo scaglione, nel secondo caso ci sarebbe un’aliquota più alta per una parte di questi redditi.
Pensioni: anticipo conguaglio e flessibilità in uscita
Per i pensionati, la misura fondamentale sarà contenuta in un decreto atteso a breve: il conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024. Dovrebbe arrivare con il cedolino di novembre in relazione ai primi dieci mesi dell’anno.
Si tratta del recupero della differenza (pari allo 0,8%) tra l’inflazione programmata e quella reale del 2022, rapportato alla percentuale di perequazione prevista per i diversi scaglioni pensionistici (al 100% fino a quattro volte il minimo).
In Manovra, invece, ci saranno le proroghe della flessibilità in uscita in attesa della Riforma Pensioni (prevista nell’ambito del quadro programmatico al 2026). Si danno per certe la proroga della Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi), dell’APE Sociale e la rimodulazione dell’Opzione Donna con allargamento della platea (a 58 anni di età invece degli attuali 60). Non si escludono novità (si è parlato di un’ipotesi di APE Donna).