Affitti turistici: grossi cambiamenti in vista. La nuova bozza di Legge Santanché (il Ddl Turismo) volta a regolare le locazioni brevi dei come ad esempio quelle tramite Airbnb, riduce da quattro a due il numero di case che definiscono l’attività di affitto come “professionale”, con conseguente obbligo di apertura di partita IVA e l’impossibilità di usufruire della cedolare secca.
La norma sembra andare incontro alle esigenze degli albergatori, lasciando insoddisfatti invece molti sindaci, che chiedono più poteri per limitare il numero di affitti turistici.
Vincolo di permanenza e codice identificativo
La modifica depotenzia il vincolo di permanenza minima di due notti, limitato per il momento solo ai centri storici delle città metropolitane.
Uno dei punti più discussi nella nuova bozza di legge riguarda proprio il “minimum stay”, ovvero il requisito di un soggiorno minimo di due notti per i turisti che utilizzano Airbnb.
Originariamente, il vincolo si estendeva anche alle città più piccole caratterizzate da una situazione di alta tensione abitativa. Questa situazione potrebbe subire delle modifiche con il testo definitivo.
Il paletto è ora limitato ai centri storici delle città metropolitane, sebbene la definizione di “centro storico” rimanga vaga, implicando la necessità di ulteriori chiarimenti. Nel testo definitivo del Ddl dovrebbe comunque rientrare l’esenzione dal vincolo di due notti per le famiglie più numerose.
La seconda bozza rende inoltre esplicito il contrasto dell’abusivismo, mettendolo in primo piano. Questo sarà possibile grazie al Codice identificativo nazionale, che ogni appartamento dovrà ottenere ed esporre.
Rimane, dunque, l’obbligo del nuovo codice identificativo per tutti gli appartamenti.
Nuovi requisiti e limiti
Viene imposta l’osservanza degli stessi requisiti igienico-sanitari e antincendio previsti per gli hotel anche agli appartamenti privati offerti ai turisti.
L’abbassamento del limite di case oltre il quale l’attività di affitto diventa professionale rappresenta una delle novità di questa seconda bozza. Questo significa che chi offre tre case dovrà aprire una partita IVA e iscriversi al registro delle imprese, perdendo il vantaggio della cedolare secca.
La novità non è stata accolta positivamente dai property manager, che ritengono il testo peggiorativo e complicante per i proprietari.
Impatto sul mercato degli affitti brevi
Secondo stime Aigab, i soggiorni di una notte rappresentano il 5% degli affitti brevi in Italia, con picchi del 15-20% nelle grandi città. Questa fetta di mercato, quindi, potrebbe passare da Airbnb e dalle altre piattaforme agli alberghi tradizionali.
La Posizione di Airbnb e le possibili sanzioni
La nuova norma prevede sanzioni fino a 10mila euro e la rimozione dell’annuncio dalle piattaforme per chi non rispetta le varie previsioni, con i controlli a carico ai Comuni. Airbnb sembra disposta ad assorbire il colpo: l’azienda vede infatti scongiurato il rischio di limiti più stringenti.