Le imprese edili che chiedono i rimborsi per il caro materiali negli appalti pubblici potranno farlo con un’autocertificazione: lo prevede il Decreto-legge n. 44/2023 (Decreto Assunzioni) approvato in via definitiva dal Senato il 20 giugno e focalizzato sulla semplificazione burocratica.
La misura di compensazione si è resa necessaria per snellire le procedure di ristoro alle imprese, che invece procedono molto a rilento, come ha sottolineato il Ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, in occasione dell’assemblea ANCE (Associazione dei costruttori edili).
Rimborsi alle imprese a rilento
Il Ministro ha fornito alcuni dati sulle compensazioni alle imprese in edilizia per il periodo che va dal secondo semestre 2021 al primo semestre 2022: su 651 milioni disponibili, ne sono stati saldati soltanto 262. Le domande inviate finora sono 15mila775, e di queste «8mila 299, ovvero più della metà, sono ancora da istruire», mentre 647 risalgono addirittura al 2021. Per smaltire gli arretrati con le attuali procedure, che prevedono una serie di verifiche da parte degli uffici, «servirebbero due anni».
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Autocertificazione per la compensazione
I rimborsi, a fronte della revisione dei prezzi dei materiali nei contratti pubblici, sono stati previsti per compensare i rincari delle materie prime registrati negli ultimi anni, e prevedono una sorta di ristoro per le imprese appaltatrici basato su specifiche tabelle, pubblicate semestralmente, che quantificano i rincari.
La possibilità di autocertificare i requisiti per l’accesso al rimborso sui costi extra è prevista da una norma inserita nel decreto 44/2023, di prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dopo l’approvazione definitiva del 20 giugno in Senato.