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GDPR alla sfida dei tempi: tra Intelligenza Artificiale e pratiche scorrette

di Alessandra Gualtieri

Pubblicato 26 Maggio 2023
Aggiornato 2 Luglio 2024 07:54

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Un bilancio a 5 anni dall'adozione del GDPR: ancora molte le criticità da superare per tutelare la privacy degli utenti in un mondo sempre più digitale.

A 5 anni dalla sua introduzione, l’Osservatorio di Federprivacy tira le somme sul GDPR e sul suo impatto sulle imprese. L’adozione degli obblighi previsti dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali ha generato nel tempo molti dubbi e criticità, lasciando spazio ad omissione e violazioni sanzionate per circa 5 miliardi.

Ne è valsa la pena?

Di certo il Regolamento ha contribuito a sviluppare una cultura della protezione dei dati personali nelle aziende, ma ad oggi già risulta obsoleto rispetto alle nuove tecnologie, a partire dall’Intelligenza Artificiale.

Senza contare i risvolti negativi – per le persone e per le aziende – di un eccesso di invasività tecnica volta al rispetto delle norme. La mancanza di una declinazione su misura delle disposizioni a tutela della privacy rischia di tradursi nell’ennesimo mero adempimento burocratico senza poi davvero tradursi in un ausilio per i cittadini.

Secondo un’indagine di Federprivacy, il 98,7% dei siti web italiani non offre informative accessibili (ad esempio tramite video, audio, icone) adatte alla fruizione da parte di persone svantaggiate. Secondo Francesco Pizzetti (Garante Privacy):

Non è possibile pensare a una vera e solida espansione della realtà digitale se l’accesso ad essa continuerà ad essere di fatto inibito a un numero inevitabilmente crescente di cittadini che sempre meno potranno essere considerati come “discriminati” e sempre più dovranno piuttosto essere considerati esclusi dal mondo digitale.

=> Adeguamento al GDPR in 10 step

Garantire il pieno rispetto dei diritti dei consumatori è quanto mai strategico in un mercato sempre più digitale, dove il 37% delle piattaforme di e-commerce nella UE (dati che emergono da una indagine della Commissione Europea) ricorrono a dark pattern” per condizionare le scelte di degli utenti in merito alla gestione della loro privacy, inducendoli a rinunciarvi.

Senza contare la minaccia costante del crimine informatico che nel 2022 ha sferrato il 138% in più di attacchi alle infrastrutture critiche di istituzioni, aziende e cittadini privati (dati della Polizia Postale).