Da maggio 2022 a oggi i contratti integrativi depositati dalle imprese sono aumentati del 14,36%: al 15 maggio 2023 le pratiche attive ammontavano infatti a 9.306 contro le 8.137 dell’anno precedente.
Dei 5.677 contratti depositati, 3.841 corrispondono a depositi validi anche ai fini della detassazione e 1.836 solo ai fini della decontribuzione, mentre 975 depositi si riferiscono a contratti tuttora “attivi”, di cui 552 validi anche ai fini della detassazione e 423 della decontribuzione.
Dei 9.306 contratti attivi, 7.260 hanno come obiettivo la produttività mentre 5.489 si propongono di ottenere maggiore redditività. Altri 4.834 contratti hanno finalità di qualità, mentre 1.052 prevedono un piano di partecipazione e 5.564 si basano su misure di welfare aziendale.
Stando al report sull’andamento dei premi di produttività del Ministero del Lavoro, a crescere è anche l’attrattività dei contratti integrativi per le imprese del Sud: gli accordi siglati dalle realtà del Mezzogiorno sono aumentati dal 6% all’11% nell’arco di un mese.
Se il 61% dei contratti si colloca nel settore dei servizi, il 38% si posiziona nell’industria e l’1% nell’agricoltura.
Prendendo in considerazione la dimensione aziendale, invece, il 43% dei contratti riguarda le imprese con numero di dipendenti inferiore a 50, mentre nel 41% dei casi il numero di dipendenti è maggiore o uguale di 100 mentre il 16% delle imprese vanta un numero di dipendenti compreso fra 50 e 99.
In base al report, infine, il valore annuo medio del premio, infine, è pari a 1.546,86 euro coinvolgendo circa 3 milioni di beneficiari.