Detrazione maggiorata per l’iscrizione all’asilo dei figli, agevolazioni per i nuclei numerosi, no tax area familiare, riforma delle deduzioni fiscali: sono alcune delle proposte dei Consulenti del Lavoro per la riforma IRPEF, raccolte in una circolare dell’Ufficio Studi che inoltre commenta e analizza la legge delega attualmente all’esame del Parlamento.
Vediamo le principali evidenze e le proposte in ambito IRPEF, deduzioni e detrazioni.
Aliquota unica IRPEF
Il provvedimento prevede un percorso graduale verso l’aliquota unica, con la progressività recuperata attraverso un nuovo sistema di detrazioni e deduzioni.
«L’introduzione, a regime, di un’aliquota impositiva unica non potrà che produrre effetti positivi anche sul fronte dell’attuale disparità tra contribuenti, che possono applicare una delle diverse imposte sostitutive all’IRPEF rispetto a quelli che, per tipologia di reddito o per condizioni soggettive, ne sono esclusi» rilevano i consulenti del lavoro.
Le proposte per la riforma delle detrazioni
«Le modalità per assicurare il costituzionale principio di progressività, in particolare il riordino delle deduzioni, delle detrazioni e dei crediti d’imposta, costituiscono evidentemente il momento fondamentale per assicurare il giusto equilibrio tra le esigenze di gettito e l’impatto per i diversi destinatari della revisione dell’attuale sistema di tassazione», si legge ancora nella circolare. E qui si inseriscono le proposte.
Detrazione asilo nido
La tutela della maternità sul fronte delle politiche del lavoro deve fornire strumenti adeguati alle donne che fanno figli per evitare che rinunciano al lavoro o alla carriera. Le attuali detrazioni al 19% sulle spese per la frequenza di scuole dell’infanzia del primo ciclo di istruzione e della scuola secondaria di secondo grado, che possono raggiungere al masismo gli 800 euro per ogni alunno, non sono sufficienti.
La proposta è alzare questa detrazione «a cifre ben maggiori» per i primi tre anni di vita dei figli. L’incremento ha l’obiettivo «di rimuovere un ostacolo di carattere sociale, anche al fine di agevolare l’adempimento dei doveri genitoriali. L’auspicio è che il legislatore fiscale dia un contenuto esteso al sintagma “tutela della maternità”, al fine di rendere effettivo il lavoro familiare in una prospettiva costituzionalmente orientata».
Sostegno ai nuclei familiari numerosi
Il punto di partenza è rappresentato dal fatto che «la presenza di più familiari a carico comporta la necessità di dover sostenere maggiori costi, con conseguente minore capacità contributiva». Quindi, la riforma IRPEF dovrebbe tenere nella giusta considerazione la «numerosità e composizione del nucleo familiare», anche per contrastare la progressiva denatalità. I dati Istat relativi all’anno 2022 «ci dicono che la natalità è al minimo storico con meno di sette nati ogni mille abitanti».
Uno strumento adeguato potrebbe essere l’introduzione della no tax area familiare e di scaglioni differenziati in base al numero dei componenti del nucleo. L’idea è la seguente: attribuire a ogni componente del nucleo «un indicatore da applicare alla propria situazione reddituale, ai fini della determinazione della no tax area e degli scaglioni IRPEF. Tale coefficiente dovrebbe essere determinato sulla base del numero dei componenti della famiglia e del numero dei percettori di reddito».
E’ un po’ l’idea del quoziente familiare che faceva parte del programma elettorale della coalizione di Giorgia Meloni, che però non è stata inserita nella legge delega. I Consulenti ritengono invece che «la previsione di un coefficiente familiare, da applicare direttamente agli attuali scaglioni dell’IRPEF con un meccanismo a monte di no tax area, cioè un importo su cui non è dovuta imposta, potrebbe rappresentare un sistema semplice ed efficace per raggiungere lo scopo».
Nuove deduzioni fiscali
Infine, c’è la proposta di valorizzare maggiormente lo strumento delle deduzioni fiscali, anche sostituendo alcune attuali detrazioni. Per la precisione, ci sono due proposte:
- trasformare le spese familiari da detrazioni a deduzioni, individuando alcune tipologie di spesa meritevoli di essere interamente deducibili dal reddito complessivo del contribuente;
- fissare dei plafond deducibili in maniera più razionale e adatta a realizzare gli scopi di sostegno alla famiglia.
Esempio: attualmente per le spese di affitto degli studenti universitari fuori sede è prevista una detrazione fino a un importo massimo di detratte fino a un importo massimo di 2mila 633 euro. Si propone invece una deduzione, che comprenda sia le tasse universitarie sia i canoni di locazione, questi ultimi a prescindere dal luogo di residenza dello studente. Anche per incentivare «la crescita individuale di coloro che frequentano un percorso di studi universitari alloggiando con coetanei fuori dal contesto famigliare di provenienza».