Sul DEF (Documento di economia e finanza), dalle audizioni alle commissioni riunite di Camera e Senato, emerge come le parti sociali siano d’accordo su due punti: sì al taglio del cuneo fiscale e ok alla centralità del PNRR per alimentare la crescita, i cui numeri restano asfittici, soprattutto nei prossimi anni.
Imprese e sindacati sul DEF
Per il resto, ci sono diverse critiche: Confindustria chiede interventi decisi su più fronti tra cui il potrenziamento degli incentivi 4.0 per le imprese, Confartigianato chiede un piano di legislatura per l’attuazione delle riforme e il sostengo delgi investimenti, CNA rileva un eccesso di prudenza rispetto all’esigenza di rafforzare il potenziale di crescita, Confapi chiede interventi espansivi di medio e lungo periodo, Confesercenti ritiene che la riforma fiscale sia la grande assente di questo DEF, Confcommercio si concentra sul potenziamento del PNRR.
Sul fronte sindacale, la Cgil sottolinea la mancanza di risposte strutturali alle attuali esigenze, la Cisl chiede nuovi interventi a sostegno delle retribuzioni, la Uil segnala un’impostazione “da austerity”.
Visioni convergenti
C’è una generale condivisione, o comunque comprensione, sulla scelta di “prudenza” effettuata dall’esecutivo in relazione alle stime sui conti, sia da parte dei rappresentanti delle imprese sia dai sindacati. Anche se non mancano rilievi su questo punto.
Come detto, la scelta di destinare le prime risorse che si liberano (3 miliardi che derivano dalla differenza fra deficit tendenziale e programmatico) al taglio del cuneo fiscale è apprezzata, anche se, per esempio la Cisl ritiene la misura «insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all’inflazione». Fra l’altro, per mantenere inalterato anche nel 2024 il taglio del cuneo già previsto per quest’anno in manovra, «sono necessari 10 miliardi e nel Def non c’è traccia di un loro stanziamento».
Focus sul PNRR
Il PNRR è un tema su cui tutte le parti sociali insistono, segnalandone il valore cruciale per la ripresa di una crescita più sostenuta rispetto ai numeri attualmente previsti (PIL programmatico in crescita dello 1% nel 2023, e dell’1,5% nel 2024). Sul tema ci sono diverse richieste:
- Confcomercio chiede di riportare su un sentiero virtuoso il percorso di realizzazione degli obiettivi alla luce delle correzioni necessarie a causa degli extra-costi emergenti nell’attuale scenario economico-finanziario»;
- Confindustria segnala che, in mancanza di altre risorse «le uniche vere a disposizione saranno quelle previste da PNRR e RepowerEu e i fondi di coesione», per cui «occorre, con ancora maggior determinazione, utilizzarle tutte e nel modo più efficiente»;
- Confapi chiede «una maggiore attenzione alle prossime fasi evitando rallentamenti che potrebbero vanificare quanto di buono fatto finora, considerando che ci sono oltre 40 miliardi di euro di affidamenti da perfezionare entro dicembre 2023»;
- CNA si esprime a favore di «un effettivo e pieno coinvolgimento delle imprese e dei capitali privati per accelerare la realizzazione del Piano», rinnovando alcuni interventi strategici: «favorire l’installazione di piccoli impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili sfruttando i capannoni delle piccole imprese, riordinare il sistema di incentivi per la riqualificazione del patrimonio immobiliare con una prospettiva di medio-lungo periodo dando certezze alle imprese e ai cittadini»;
- Confartigianato sottolinea che il Governo può intervenire anche «attraverso la capacità di rinegoziazione delle risorse e di revisione delle linee di investimento che vanno integrate con la nuova politica di coesione 2021-2027».
Altre richieste
Per quanto riguarda altre richieste di imprese e rappresentanze dei lavoratori: la Uil insiste su una lotta reale all’evasione fiscale («se il governo continua a emanare provvedimenti che favoriscono l’evasione, come nel decreto bollette, andiamo dalla parte sbagliata»), tutti i sindacati chiedono misure per il sostegno del lavoro, soprattutto dei redditi medio bassi (questa è fra l’altro anche una richiesta di Confindustria). Viale Astronomia chiede anche di «spingere gli investimenti delle imprese, anche rafforzando Industria 4.0, soprattutto quelli volti ad aumentare l’efficienza energetica e accelerare la transizione ambientale; continuare a proteggere le imprese dei settori che stanno continuando a subire maggiori perdite di competitività, in conseguenza dei prezzi del gas ancora alti».