Nuovi incentivi per le imprese che assumono i percettori di Reddito di Cittadinanza alternativi a quelli già esistenti, proroga della decontribuzione totale per le assunzioni di giovani e donne già applicati negli ultimi anni, esonero dal versamento dei contributi previdenziali per gli imprenditori agricoli: sono le misure per i datori di lavoro previste nella Manovra 2023.
Analizziamole in dettaglio, confrontando le novità con le misure attualmente in vigore.
Nuovo incentivo per assunzione di percettori RdC
Il nuovo beneficio introdotto dalla nuova Legge di Bilancio prevede, per le assunzioni di percettori di Reddito di Cittadinanza effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013, un esonero totale dei contributi, fino a un tetto massimo di 6mila euro all’anno per ogni lavoratore. L’agevolazione si può utilizzare per un periodo massimo di 12 mesi e scatta solo se l’assunzione è a tempo indeterminato, o per la trasformazione dei contratti a termine in tempo indeterminato. Non si applica ai rapporti di lavoro domestico.
La misura ha l’obiettivo di favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di queste persone e fornisce quindi alle aziende un incentivo ulteriore, rispetto a quello già previsto. Attenzione: i due incentivi (che ora andremo a illustrare) non si possono però cumulare e l’azienda dovrà quindi scegliere quale dei due utilizzare.
Confronto con l’esonero strutturale
L’agevolazione che era già prevista dal DL 4/2019 (articolo 8), e che continua a essere in vigore, prevede un esonero dai contributi previdenziali, sempre a fronte di assunzioni di percettori di RdC, pari all’importo mensile di sussidio percepito dal lavoratore, per un periodo pari alla differenza fra 18 e il numero delle mensilità già utilizzate. In ogni caso, questo esonero non può superare i 700 euro mensili e non può essere applicato per meno di cinque mensilità (se invece il RdC era già stato rinnovato, l’esonero si applica automaticamente solo per cinque mensilità). Questa agevolazione si applica anche ai contratti a tempo determinato e all’apprendistato.
Come detto, questi due benefici sono alternativi l’uno all’altro. Quindi, un’azienda che utilizza l’esonero previsto dalla Legge di Bilancio 2023, non può applicare anche quello previsto dal DL 4/2019 e viceversa. Ci sono però dei casi in cui è applicabile solo quello strutturale, per esempio per le assunzioni a termine.
Tendenzialmente, se il lavoratore sta prendendo da poco il sussidio in misura piena è probabilmente più conveniente la vecchia agevolazione (si può applicare per un periodo più lungo e per una somma superiore); se invece mancano pochi mesi allo scadere dell’ammortizzatore sociale sarà più conveniente la nuova agevolazione. In ogni caso, la cosa importante è sottolineare che i due esoneri non si possono sommare.
Proroga esonero assunzioni giovani e donne
Vengono prorogati per l’intero 2023 delle assunzioni agevolate di giovani fino a 36 anni e donne di qualunque età. Nel dettaglio, si tratta degli esoneri contributivi previsti dalla legge 178/2020 (la Manovra 2021), e in particolare dal comma 10 (assunzioni giovani) e dal comma 16 (assunzioni donne). Molto in sintesi, le due agevolazioni funzionano nel seguente modo.
- Decontribuzione giovani: si applica alle assunzioni a tempo indeterminato, e per le trasformazioni dei contratti a termine in tempo indeterminato, per un periodo massimo di 36 mesi (tre anni). E’ un esonero contributivo al 100%, fino a un tetto di 6mila euro per ciascun contratto. In alcune Regioni del Centro e del Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna) l’agevolazione si applica per quattro anni. In base alla proroga inserita in Legge di Stabilità, questa decontribuzione si può utilizzare per tutte le assunzioni effettuate nel corso del 2023.
- Decontribuzione donne: è prevista per l’assunzione di donne disoccupate (si sono diversi paletti relativi alla durata della disoccupazione, alla Regione, e al settore lavorativo di appartenenza). E’ un esonero contributivo al 100%, fino a un massimo di 6mila euro. L’assunzione deve determinare un incremento occupazionale.
Proroga decontribuzione agricoltori
E’ la proroga della norma applicata nel triennio 2020-2022 in base al comma 503 della manovra 2020 (Legge 160/2019). Prevede l’esonero dei contributi per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali che si iscrivono alla previdenza agricola nel 2023 e hanno meno di 40 anni. La decontribuzione si applica per un periodo massimo di 24 mesi (due anni).