Approvata la nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia Finanza) nel Consiglio dei Ministri del 28 settembre, ma con i soli numeri tendenziali relativi alla crescita e non quelli programmatici: sarà il prossimo Governo a compiere scelte di politica economica per il 2023 e a calcolarne l’impatto sui conti pubblici.
NaDEF: le variazioni rispetto al DEF di aprile
Fatta questa premessa, ecco i numeri della NaDEF:
- PIL per il 2022 stimato al 3,3% (rispetto al 3,1% previsto ad aprile) ma con una contrazione della crescita nel 2023, stimata allo 0,6% (dalla precedente stima al 2,4%);
- deficit stimato in calo (5,1%) più del previsto, sia nel 2022 (era stimato al 5,6%) sia nel 2023 (stimato al 3,4% dal precedente 3,9%);
- debito/PIL previsto in calo al 145,4%.
Analisi delle stime
=> DEF e Legge di Bilancio 2023: primi numeri, fra bassa crescita e rialzo del deficit
Le stime al rialzo per il PIL 2022 sono dovute alla crescita registrata nel primo semestre dell’anno, superiore al previsto, che controbilancia la lieve flessione della seconda metà dell’anno. La correzione al ribasso del crescita, comunque, si concentra sul 2023, mentre i numeri tornano quelli precedentemente previsti a partire dal 2024. Nel dettaglio, il PIL fra due anni salirà dell’1,8%, nel 2025 il progresso è stimato all’1,5%.
Per quanto riguarda il deficit, nel 2022 il disavanzo si ferma al 5,1%, quindi il risultato è migliore rispetto al 5,6% precedentemente stimato, e continuerà a scendere nel 2023. Il rapporto debito/PIL è previsto in netto calo, con un’ulteriore discesa negli anni, fino al 139,3% nel 2025.
La finanza pubblica beneficia del positivo andamento delle entrate e della moderazione della spesa primaria sin qui registrate quest’anno, mentre risente dell’impatto sul servizio del debito dell’aumento dei tassi di interesse e della rivalutazione del nozionale dei titoli di stato indicizzati all’inflazione.
Il nodo inflazione
L’inflazione è alle stelle da mesi ma ma si stima in calo per l’anno prossimo, anzi: «si continua a prevedere che il tasso cominci a scendere entro la fine di quest’anno». Sullo sfondo, ricordiamo i ripetuti interventi della BCE che mirano alla riduzione del fenomeno, previsti anche per il prossimo anno.
Numeri senza obiettivi programmatici
Sono tutte cifre che delineano «lo scenario a legislazione vigente senza definire gli obiettivi programmatici di finanza pubblica per il triennio 2023-2025», segnala il Governo.
Le stime, sono definite «prudenziali», come per i precedenti documenti di programmazione, e non tengono conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure».