Bloccato alla Camera il disegno di legge di riforma fiscale: dopo l’annuncio di un accordo di maggioranza per consentire un iter senza fiducia, il provvedimento non è ancora arrivato nell’Aula di Montecitorio. Nel frattempo resta alto il dibattito ma si confermano alcuni orientamenti, come per esempio quelli relativi alle novità sul regime forfettario.
Regime transitorio in flat tax
Il testo del ddl non prevede novità sulla flat tax, che resta prevista per le Partite Iva fino a 65mila euro di reddito, ma ci sono novità per il regime di fuoriuscita: Federico Freni, sottosegretario all’Economia, intervenendo al Tax Advisory Summit di Italia Oggi ha confermato lo scivolo biennale fino a 85mila euro prima di uscire dalla flat tax.
La riforma fiscale prevede di istituire un regime fiscale transitorio per garantire un “passaggio morbido” dalla tassa piatta al regime IRPEF: è previsto per chi supera i 65mila euro di reddito annuo uscendo progressivamente dal forfettario, nel quale può rimanere per altri due anni purché non superi al soglia degli 85mila euro di reddito. Dunque, una norma che consenta di:
passare da regime forfettario a regime ordinario con uno scivolo che non penalizzi eccessivamente chi passa da una sistema all’altro.
Il punto sulla ddl di riforma fiscale
Altre anticipazioni fornite dal Sottosegretario sul testo in Commissione: cashback fiscale, mensilizzazione degli acconti, abbandono della ritenuta di acconto. Non ci sono invece novità sulla Riforma del Catasto, nodo centrale della legge delega. Fra i nodi da sciogliere, restano i nuovi criteri delle rilevazioni catastali, pensati anche per avvicinare le rendite catastali ai prezzi di mercato e far emergere gli immobili fantasma. L’accordo di maggioranza ha previsto che le novità non comportino il rischio di aumenti fiscali delle tasse sugli immobili (IMU).
Resta il fatto che il ddl delega, approdato in Parlamento a fine ottobre, è ancora in Commissione Bilancio alla Camera: il testo era già stato inserito per il calendario in Aula il 19 aprile scorso, poi slittato al 9 maggio. Ora si attende un nuovo calendario. L’iter di approvazione è comunque ancora lungo: la riforma fiscale è alla Camera in prima lettura e deve poi passare in Senato. Ricordiamo che è una legge delega, in base alla quale il Governo avrà poi 18 mesi di tempo per approvati i decreti legislativi attuativi. Una parte fondamentale, ovvero la riforma dell’Irpef, è già confluita invece nella legge di Bilancio 2022, ed è quindi in vigore.