L’obbligo di fattura elettronica per i forfettari, al termine della fase transitoria prevista dal DL 36/2022 (Articolo 18), scatta per tutti a partire dal 1° gennaio 2024.
Vediamo come funziona la fatturazione elettroncia per le Partite IVA in regime forfettario e come compilare e trasmettere correttamente i documenti utilizzando le apposite procedure.
Chi ha obbligo di emettere fattura elettronica?
L’obbligo di fattura elettronica per i contribuenti forfettari che applicano la flat tax al 15% e dichiarano redditi fino a 85mila euro, dal 1° gennaio 2024 non prevede più l’esclusione fino a 25mila euro di ricavi o compensi, per cui si applica a tutti. Devono pertanto emettere fattura elettronica anche per i contribuenti:
- n regime di vantaggio (articolo 27, commi 1 e 2, del DL 98/2011, convertito dalla legge 111/2011);
- in regime forfettario (articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 190/2014);
- in regime Legge 398/1991 (articoli 1 e 2) che fatturano fino a 85.000.
Nulla cambia invece per quanto concerne regole fiscali e regime premiale per chi non è coinvolto dalle novità partite il primo luglio 2022.
Chi paga l’IVA nel regime forfettario nel 2024?
Ricordiamo che chi applica il regime forfettario non addebita l’IVA in fattura ai clienti, non la detrae sugli acquisti e non liquida l’imposta, né tantomeno la versa.
Contenuti e le regole fiscali sull’IVA non cambiano con il nuovo obbligo di fattura elettronica: semplicemente, si adotta una procedura interamente informatizzata per la sua emissione, consegna e conservazione sostitutiva.
Quali strumenti di fatturazione elettronica per Forfettari?
L’Agenzia delle Entrate offre una serie di strumenti gratuiti per la predisposizione delle fatture elettroniche:
- un software (“Fatture e Corrispettivi”) da scaricare sul computer,
- una procedura web,
- una App (Fatturae) per tablet e smartphone.
Fattura elettronica nel Forfetario: come si compila e invia?
La compilazione della fattura elettronica in xml, emessa utilizzando ad esempio il software o la procedura telematica messa a disposizione gratuitamente dal Fisco, implica l’inserimento (oltre ai consueti dati) del codice destinatario.
Questo codice è univoco, costituito da 6 cifre se il destinatario è un’azienda o un libero professionista (fattura B2B), oppure da 7 cifre se la fattura è intestata alla Pubblica Amministrazione (fattura B2G). In caso di fattura verso un privato o soggetto senza Partita IVA, si utilizza un codice convenzionale di sette zeri (0000000).
Dopo aver inserito tutti i dati, bisogna generare la fattura elettronica nel formato XML. Questo file può anche essere visualizzato e salvato in PDF, ma va inviato al SdI in XML.
Se l’importo delle fatture supera i 77,47 euro, si applica l’imposta di bollo di 2 euro valorizzando il campo “Bollo Virtuale” (si paga ogni trimestre, in base all’elenco fatture presente in area riservata sul sito web dell’Agenzia delle Entrate).
Infine, si inserisce la firma digitale e si invia al Sistema di Interscambio (SdI). Dopo l’invio è importante assicurarsi di ricevere la ricevuta di consegna e il codice identificativo della fattura.
Come conservare a norma le fatture elettroniche?
La conservazione a norma delle fatture elettroniche emesse e ricevute tramite Sistema di Interscambio (SdI) si può effetture attraverso l’apposita funzione offerta sul portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzie delle Entrate, raggiungibile al percorso: “Fatturazione elettronica e Conservazione > Conservazione > Accedi alla sezione conservazione”.