Marcia indietro del Governo sulla cessione crediti relativi ai bonus edilizi per più di una volta: in preparazione dovrebbe esserci un provvedimento che elimina il paletto, legando l’operazione a determinate condizioni ma svincolando le banche dalla compravendita dei bonus fiscali.
I nuovi vincoli stanno infatti penalizzando il mercato della cessione dei crediti, rendendo di conseguenza meno appetibili le agevolazioni edilizie. L’obiettivo è far ripartire i cantieri rispondendo alle richieste delle imprese di settore, mantenendo però la stretta anti frode.
Correttivi sulle cessioni multiple
Non ci sono al momento altri dettagli certi sulle modalità di intervento, se non l’indicazione di tempi stretti. Un provvedimento ad hoc dovrebbe arrivare in Consiglio dei Ministri entro metà febbraio, apportando correttivi alle regole del Sostegni-ter sulle cessioni multiple dei crediti d’imposta in ambito edilizio. Si pensa di agire in modo selettivo, per esempio abilitando solo istituti finanziari che sono vigilati dalla Banca d’Italia.
Periodo transitorio
La Manovra ha prorogato (al 2025, con decalage dal 2023) il Superbonus e le altre detrazioni edilizie (per tre anni), così come le opzioni di sconto in fattura e cessione dei crediti, entrambe fondamentali per sostenere il settore: i lavori edilizi sono costosi (e il mercato sconta l’aumento dei prezzi delle materie prime), di conseguenza la possibilità di effettuarli cedendo il credito li rende praticabili. Il Sostegni ter, con l’articolo 28, esclude la possibilità di successiva cessione dopo la prima, per limitare le frodi rilevate in questi anni di boom edilizio (la norma originaria è il decreto 34/2020). Con gli ultimi provvedimenti, si è fissato al 17 febbraio 2022 la data ultima per comunicare eventuali cessioni multiple realizzate nel 2022.
Le proposte di modifica
Contro la stretta si pronunciando tutte le principali associazioni imprenditoriali dell’artigianato e dell’edilizia. Fra gli altri, Confartigianato ha pubblicato un manifesto con dieci motivi per correggerla e garantire stabilità normativa a tutela delle imprese oneste a rischio liquidità e incentivare la transizione green prevista anche dal PNRR (il Recovery Plan italiano). CNA sottolinea a sua volta che «modalità e criteri per il riconoscimento dei benefici sono stati oggetto di modifica ripetutamente solo nell’ultimo mese contribuendo ad alimentare incertezza tra le imprese ed i cittadini», e in relazione a ipotesi di un nuovo provvedimento a breve per sbloccare le operazioni di cessione del credito, chiede «al Governo la convocazione di artigiani e piccole imprese per un confronto costruttivo per individuare le soluzioni più efficaci per non bloccare il mercato».