Chi ha fatto la dose booster tra settembre e ottobre rischia di restare senza Green Pass valido a marzo, visto che dal primo febbraio la durata della Certificazione Verde Covid per guariti e vaccinati completi scende a sei mesi dalla data dell’ultima somministrazione. E senza quarta dose, in Italia sarebbe impossibile prendere mezzi di trasporto, svolgere attività quotidiane e in molti casi andare al lavoro.
Analizziamo lo scenario e le soluzioni in arrivo.
Green Pass da terza dose in scadenza
Secondo i calcoli del Ministero della Salute, ci sono 100mila persone che rischiano di restare senza Green Pass già da marzo: per loro il Green Pass sarà presto in scadenza. Il Governo deve trovare una soluzione rapida che, in base alle indiscrezioni sarà probabilmente quella di estendere la validità del Green Pass da terza dose oltre i 180 giorni.
Quarta dose lontana
Il primo step sarà una consultazione con il CTS (Ccomitato tecnico scientifico) che fornirà le prime indicazioni, contestualmente alla valutazione di un possibile inserimento nella campagna vaccinale di una quarta dose di vaccino, anche in ottica anti-Omicron. Si tratta però di uno scenario operativo ancora non maturo, e che non dovrebbe concretizzarsi, sempre che se ne valuti la necessità, prima del prossimo autunno, quando le certificazioni attuali saranno già scadute.
=> La lista dei negozi senza Green Pass dal 1° febbraio
Restrizioni con Green Pass scaduto
La prima necessità, nell’immediato, è quella di consentire a tutti di avere una Certificazione Valida Covid-19 valida. Non è infatti pensabile constringere al Green Pass base (3G, che viene rilasciato anche in seguito a tampone) e dunque a 2/3 test a settimana solo per poter svolgere la propria attività o entrare nei negozi (a parte i servizi essenziali). Per non parlare dei viaggi a lunga percorrenza su mezzi non propri (treni, aerei, traghetti…) e dei trasporti pubblici, per i quali è comunque necessario un Super Green Pass, da vaccino o da guarigione.
Esposizione dei più fragili
C’è poi un secondo elemento fondamentale da considerare. I primi a fare la terza dose sono stati i pazienti fragili, seguiti dagli over 80. Si tratta quindi delle persone potenzialmente più esposte al pericolo di contrarre il virus anche in forma grave, o comunque da richiedere un’ospedalizzazione. Per non parlare del personale sanitario, o delle RSA. Fondamentale anche valutare con precisione quale protezione fornisce la dose booster anche a distanza di cinque o sei mesi, per impostare l’eventuale campagna della quarta dose. Su questo punto bisogna aspettare il parere delle autorità del farmaco, europea (EMA), e italiana (AIFA).
Durata estesa per i Green Pass
La soluzione al momento ipotizzata è la seguente: prolungare la durata del Green Pass da terza dose fino a quando non inizierà eventualmente la somministrazione della quarta dose. Con l’auspicio che tutte le valutazioni, in particolare sulla protezione del richiamo booster e della dose addizionale per le persone più fragili, arrivino per tempo.