Per sostenere le imprese nella ripartenza, la priorità in Legge di Bilancio 2022 deve essere affrontare la questione dei rincari dell’energia e delle materie prime, con misure calibrate per le PMI e strumenti che consentano di metterle in pratica, in particolare attraverso il capitolo fiscale, con una riduzione della pressione fiscale tanto per i contribuenti IRPEF quanto per le imprese, anche con l’abolizione IRAP, purché si proceda con «una riforma complessiva del sistema fiscale».
Sono i rilievi di Paolo Galassi, presidente A.P.I., (Associazione Piccole e Medie Industrie), intervistato da PMI.it sulla Manovra economica 2022 e sulle prospettive per le imprese in un contesto che vede da una parte una forte ripresa economica e dall’altra le misure per contenere la pandemia non ancora sconfitta (come il green pass).
Politiche economiche a misura di PMI
Energia
La prima considerazione riguarda un punto su cui Galassi insiste da sempre: bisogna tenere maggiormente conto delle PMI alle quali continua a mancare “una prospettiva su che cosa fare”. «Le nostre piccole e medie imprese sono quelle che innovano», ma vanno maggiormente supportate. Ad esempio, sull’innovazione green, che è fra l’altro al centro del PNRR, continua a non esserci “un vero progetto”. «Diciamo che dobbiamo inquinare di meno e abbiamo i prezzi dell’energia in picchiata. Dobbiamo cambiare le tecniche per produrre energia, con i costi che nel frattempo aumentano». Bisognerebbe evitare errori già visti in passato. Come puntare sul metano, che ora costa più del gasolio. «Se il Governo dice che incentiva il green e l’energia pulita io sono favorevole. Ma bisogna farlo con attenzione alle piccole imprese, obbligando le aziende grandi a rinunciare a privilegi».
Manifattura
In generale, le politiche industriali devono essere calibrate sulla struttura del sistema imprenditoriale italiano, fatto da piccole e medie imprese che, nella manifattura, «spesso sono fornitori, contoterzisti». Una strada da percorrere, secondo il presidente di A.P.I., è quella di valorizzare le filiere.
Priorità 2022
Per il 2022, i problemi fondamentali per le imprese sono due: l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. «Ne arrivano poche e sono care». Esempio: in un momento in cui bisogna rinnovare le fabbriche per la Transizione 4.0, mancano i microchip. E’ un discorso che si ricollega a quello sulle politiche di filiera e alla necessità di valorizzare un sistema industriale in un mondo interconnesso. Si tratta, lo sottolineiamo, di una delle grandi questioni sollevate in questa fase di pandemia. Ora le imprese vedono la ripresa, «ma per tornare ai vecchi valori servono un anno o due». E il Covid «che ha rallentato tante attività, continua a essere una variabile da considerare».
Richieste al Governo
- Bisogna insistere su una politica per le imprese, «il Governo ha una responsabilità: deve dare un indirizzo preciso alla strategia green prevista del Recovery Plan» e poi «concentrare i finanziamenti su chi segue questo indirizzo».
- Sul fronte caro-energia, in Manovra ci sono 2 miliardi, con richieste di prevedere più risorse avanzate da tutte le forze politiche in sede di emendamenti (il Governo ha manifestato disponibilità in questo senso).
- Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale, continua Galassi, «noi pensiamo che le tasse vadano ridotte a tutti». Innanzitutto, «se le tasse fossero ridotte, più gente le pagherebbe». L’IRAP? «È una tassa illogica, va eliminata. Le tasse vanno modulate in base al reddito: chi guadagna tanto versa più tasse, chi guadagna meno ha un prelievo inferiore. Se le vogliamo chiamare IRAP o in altro modo non cambia nulla. E va superata la dicotomia fra impresa e cittadino: se si tassano le aziende, queste poi tassano il cittadino». Viceversa, se si abbassano le tasse al cittadino, aumenta il potere d’acquisto e si rilanciano i consumi. Quindi, «non cambia niente se l’IRAP diventa IRES: cambia solo il soggetto. Il punto è che piccole imprese e grandi aziende devono avere le stesse condizioni». In questo senso deve andare la riforma complessiva del sistema fiscale.
- Infine la pandemia. «E’ inutile fare leggi per invogliare i cittadini a fare il vaccino, prevediamo l’obbligo vaccinale», anche perché le aziende si strano trovando a dover gestire questioni complesse di privacy, controlli e gestione di una serie di problemi anche fra i lavoratori». Il Green Pass è utile per rendere sicuri i luoghi di lavoro, ma l’obbligo vaccinale consentirebbe una migliore gestione delle responsabilità. In ogni caso, conclude Galassi, «bisognerebbe fare più informazione e sensibilizzazione sui vaccini».