E’ possibile esercitare l’opzione di sconto in fattura o cessione del credito d’imposta per un acconto corrispondente ad un SAL del 30% dell’intervento complessivo, anche se i lavori agevolati con Superbonus saranno ultimati dopo la scadenza dell’agevolazione, fermo restando che la detrazione è però subordinata alla condizione che gli interventi siano realmente realizzati nel rispetto dei requisiti richiesti. Altrimenti scatta la restituzione, con sanzioni e interessi.
=> Calcolo cessione del credito
Dunque, è possibile anticipare i pagamenti anche per lavori ancora da eseguirsi. Ma se l’intervento non si conclude, tocca restituire il credito. Sono chiarimenti forniti dal Ministero dell’Economia nei mesi scorsi, i risposta a specifica interrogazione in Commissione VI (Finanze) alla Camera (la n. 5-07055) sull’accesso ai benefìci fiscali di cui al DL 34/2020 da parte dei contribuenti, con riferimento allo stato di avanzamento dei lavori (SAL).
La normativa di riferimento, che in questo caso non è stata modificata né dal Decreto Antifrodi, né dalla Legge di Bilancio 2022, prevede infatti che le opzioni alternative alla detrazione possano essere fruite anche solo in riferimento a ciascun singolo SAL (massimo due per intervento) pari ad almeno il 30%.
=> Asseverazioni e SAL per ogni tipologia di intervento
Ma cosa succede se, una volta fruiti i benefici dei SAL, non si riesce a portare a termine i lavori?
La mancata effettuazione degli interventi, al pari dell’eventuale assenza di altro requisito richiesto dalla norma determinerà il recupero della detrazione indebitamente fruita, sia pure nella modalità alternativa dello sconto in fattura/cessione del credito d’imposta, maggiorato degli interessi e delle sanzioni.
Alla luce delle novità su visto di conformità e asseverazione tecnica, si deduce che non è consigliabile procedere in questo senso per lavori non ancora eseguiti, limitando il processo ai singoli SAL oppure rimandando l’operazione a lavori conclusi.